Recupero e ricostruzione del Naturalismo
E’ un percorso di vita e di approfondimento di tanti autori sulla natura e sul naturalismo, o che hanno trattato idee filosofiche, letterarie, sociali, idee ambientali e scientifiche considerando tutto quello che è insito nelle leggi, nella natura e nella sua scientificità. Superando le loro correnti filosofiche o letterarie del loro periodo di appartenenza (ad esempio Umanesimo, Illuminismo, Romanticismo, Umanitarismo, Decadentismo, ecc.,) ma evidenziando, riprendendo tutti quegli autori filosofi, letterati ma anche poeti, scienziati e scrittori che hanno parlato della letteratura, della filosofia , dei poemi e degli scritti sulla natura. A prova di ciò e a dimostrazione che tanti si sono dedicati allo studio, alla conoscenza, alle scoperte della e sulla natura. La natura vista come parte integrante dello studio non solo dell’uomo ma anche delle sue meraviglie e delle sue avvincenti scoperte. Questo lavoro ha come risvolto e fine quello politico, sociale e ambientale perché molti di questi autori hanno fatto politica o hanno proposto idee politiche, proposto idee di stato e di leggi naturali intersecandole con filosofia e letteratura. In questi dieci anni sicuramente non è stato un lavoro agile e non conoscibile, tangibile a cui si perviene con facilità di lettura ma uno studio su gli autori collegati l’uno con l’altro nel tempo e nella storia, che dal passato ad oggi hanno trattato questi argomenti e sono tantissimi. Tutti sono stati influenzati dalla natura, dalla scoperta, dalla scientificità nel senso più largo del termine. Una enciclopedia del naturalismo e della natura e degli approfondimenti naturali? Potrebbe intendersi anche in questo modo.
Ma in un’epoca di grande populismo questa lavoro è anche concepito e modellato per la scuola d’elitè che può eventualmente scorporare la questione politica e che può adeguatamente rispondere alle esigenze di un’epoca di transizione qual è l’attuale (anche in riferimento all’attuale situazione politica di governo, unica indicazione politica al mondo – elezioni 2018 dove sono presenti governi populisti ma per far ritorno ad una politica tradizionale). Tutti siamo debitori alla Grecia, di qualcosa, oggi se esiste il pensiero libero e laico-occidentale è grazie ai filosofi, matematici, architetti e generali dell’antica Grecia. Prima del cristianesimo e del medio evo, molto prima di Galileo, i matematici e astronomi greci avevano già una visione copernicana del sistema solare e solo dopo Copernico, e ancor prima con Giordano Bruno, l’avevano considerata, l’avevano calcolata che la luna fosse tre volte più piccola della Terra, conoscevano la bellezza e il gusto. E tutti i grandi intellettuali hanno ampliato, influenzato e implementato con le loro teorie, ipotesi, scritti donandoci la civiltà di oggi forse molti altri autori del passato lo hanno riconosciuto e noi non lo riconosciamo in modo adeguato e pensate che siamo a circa cinquecento anni avanti Cristo e la politica che si adottava è simile a quella di oggi, con partiti e idee, ma solo nel Seicento si affacciò con Campanella e Giordano Bruno una politica utopistica con “la città del sole”. Si opposero agli eserciti persiani numericamente superiori e meglio armati, sconfiggendoli fermando l’avanzata di quella cultura dell’Islam in Europa, con il susseguirsi degli anni ci hanno provato ancora in molti modi anche perché non accettarono che il periodo costantiniano abbia sostenuto con Roma e a Roma il cristianesimo, e provano sempre a ribaltarlo.
Dunque atteggiamento politico sociale consolidatosi nel costume, mode culturali, come populismi ecc., filoni ideologici, chiamano in causa, ad ogni momento, concezioni e dottrine tratte dai più tradizionali sistemi, (ad esempio dottrina naturalista oppure altre dottrine socialiste, comuniste, liberali, repubblicane, ecc.-). Tanto che il linguaggio filosofico, anche se talvolta, superficialmente inteso o distorto, è entrato a far parte del patrimonio linguistico comune, basta vedere facebook, twitter, internet, ecc., la vastità di citazioni filosofiche comportamentali, sociali, economiche, ecc.-, ed io sono “nato” con facebook, twitter e dunque c’è la contemporaneità della filosofia e dell’informatica. La filosofia dunque riaffiora, cioè, attraverso connessioni, variamente articolate accogliendo nelle sue problematiche temi e argomenti che un tempo le erano totalmente estranei, ma che oggi si divulgano sempre di più per le vie telematiche. Così la filosofia ha invaso la nostra vita. La filosofia per “imparare a stare al mondo”. Essa dimostra come la filosofia sia in grado di modificare il nostro sguardo, dilatando i confini del nostro piccolo mondo e insegnando a fare della vita un’occasione di felicità. Dunque, più di tutto bisogna saper ragionare perché comprendere il “punto essenziale” è la nuova sfida nell’epoca dei motori di ricerca, la capacità di fare collegamenti tra diverse fonti di informazione e più importante della conoscenza stessa, “si può sempre imparare a leggere un bilancio, più difficile imparare a capire la vita, le cose al volo”. C’è dunque bisogno di una maggiore richiesta di orientamento nella vita, di comprensione. Fino a molto tempo fa c’erano riferimenti solidi: il partito, la storia, la religione, la famiglia, il successo, il lavoro, tutte realtà che stanno svaporando.
C’è bisogno quindi di approfondimento e di incontri in cui si parla di filosofia per aver bisogno di orizzonti più ampi e poi c’è la scarsità di relazioni autentiche che possono facilitare la comprensione di ciò che siamo, le relazioni sono quasi sempre strumentali, la filosofia non insegna dunque ad essere efficaci, bravi, seri, giusti. Insegna ad essere. Essere noi stessi per quel che siamo, per capirci, per migliorarci, per relazionarci in modo più vero. E allora mi domando se il mestiere del filosofo è considerato caos nel presente, se una scienza o meglio la scienza dello studio dell’uomo è in declino, perché riempie internet, piazze, festival storici e di pensiero? Bisogna star dentro a queste nuove tensioni, capirle, plasmarle e combatterle. E questo lo può fare solo uno storico, un filosofo che comprendono lo stato della felicità e dell’equilibrio. Dunque una rivoluzione naturalista? Lottare conto il male pensando alle leggi naturali? Il pensiero dovrà fare il mestiere di pensare, capire, il non precipitarsi da una parte, il non lanciare anatemi, comprendere il senso letterale e la natura delle cose, quanto più possibile. Etica e filosofia, forse quindi, ci salveranno dalla crisi e possono rilanciare il valore del sapere umanistico, possiamo anche aggiungere che a tutte le soluzioni che abbiamo prospettato conta saper fare le ricerche come il maestro di Aristotele sulla scia di Socrate, che concepì la dialettica, cioè la discussione affrontando tutti i temi più alti e gravi intorno a tre unità concentriche: uomo, stato e cosmo. Oggi questi tre concetti si stanno diluendo nel tempo, l’uomo, gli stati e i partiti (vedesi populisti) e il cosmo come mancato rispetto per la natura e le sue specie, come per i mammiferi dei mari la cui morte è causata dall’eccesso della plastica. La filosofia come fonte di ragionamento, discussione, confronto. E non ci deve far paura governare stato, partiti, natura e uomo. La filosofia si alimenta di rapporti interdisciplinari e assume, coma ha fatto la scienza, i concetti di relatività e cambiamento sotto l’esigenza propulsiva di una visione dialettica del conoscere. Così, alle tradizionali concezioni sistemiche enunciate prima tra parentesi liberismo, naturalismo e socialismo, si sono aggiunte le più recenti indagini dell’antropologia culturale, della sociologia, della psicanalisi, ecc.-, ognuno nella sua sfera di competenza. Appare chiaro che, anche gli atteggiamenti più innovativi non possono rinnegare la loro matrice primitiva, risalente a quei valori assoluti conservati dal pensiero classico, di cui, sia pure in forma rivoluzionaria, per il loro periodo, nei loro tempi, costituiscono il logico e consapevole proseguimento. C’è l’intento di stimolare la curiosità dei lettori ma anche e soprattutto avviare alla corretta coscienza che il naturalismo, la natura, la società, e in quest’ultimo l’uomo integrato in essa. Con le sue leggi e con la contestualità del nostro comportamento. Lo affermava anche Kelsen. Non meravigliatevi di trovarvi temi o questioni filosofiche ad personam o sul sociale in modo specifico, ma solo lo studio e il pensiero e le scoperte fatte man mano, riconoscersi e riprendersi di idee tra gli autori, nel tempo e nei secoli dal termine greco “fisica” al termine natura (evoluzione – movimento) e le sue scoperte di pensiero e scientifiche, storiche nel nostro mondo perché pur essendo patrimonio vivo della quotidiana cultura, quale ad esempio il diritto, l’economia, la sociologia, la politica non esclusa quella delle correnti dominanti. Ma questa è quella dominante, è quella che è e sarà dominate rispetto a tutte le altre, perché come detto prima, la filosofia è la scienza dell’uomo e del suo mondo intellettuale, e non può ignorare la sfera politico-sociale nella quale egli vive formandosi ed impegnandosi. Questa è a mio avviso la corrente di pensiero dominante rispetto a tutte le altre umanesimo, illuminismo, romanticismo, esistenzialismo, decadentismo, ecc-. Dunque chiarisco che questo lavoro è stato fatto secondo un criterio rigoroso rispettando l’esattezza storica, l’obiettività, la libertà di critica nella piena coscienza di aver lavorato nell’esclusivo interesse del lettore. E’ mio augurio che possa incontrare politici interessati e non solo, anche un pubblico scolastico e d’elitè, che voglia veramente capire tutti i personaggi che hanno parlato di natura e naturalismo, di dottrine, di ideali e per le loro conoscenze, per le loro scoperte che ci hanno donato e che in questo ebook sono state riportate in modo unico e singolare. Questo lavoro, e questo titolo unico “ Dal naturalismo aristotelico agli sviluppi politici di Gabriele Nappi” (in genere nel titolo non si mette il nome dell’autore) sicuramente gli è stato dato non per dimostrare un atto di presunzione ma si tratta solo di una realtà di lavoro finalizzata al contenuto politico, di programma e indirizzato al voto nella sua esclusività. Ma soprattutto è indirizzato verso un pubblico fatto di politici e in parte ad approfondimenti culturali personali di istruzione superiore. . Aristotele è di attualità nonostante il mutare dei tempi e i progressi del sapere. E’ da lui che nasce una corrente di pensiero e la conoscenza filosofica del naturalismo, costante nella storia del pensiero di tutti gli autori passati in rassegna ma anche in altre discipline nella scienza, nell’arte, nella cultura in genere, è ovvio che la parte storica di ogni autore era giusto inserirla, è ovvio che mi soffermo più specificamente su Socrate e Aristotele. Uno in particolare per la sua concezione della democrazia, il suo movimento e partito democratico e l’altro sul movimento naturalista. Entrambi comunque parlano di naturalismo ma è ovvio che gli approfondimenti sono tutti riconducibili ad Aristotele, poi c’è Platone con la sua repubblica. Da questi studiosi si può attingere e approfondire altri argomenti per la sua grande vastità culturale, la più grande e vasta corrente di pensiero, che ancora tutt’oggi ha adepti, rispetto all’umanesimo, al rinascimento, all’illuminismo, al romanticismo, all’esistenzialismo, decadentismo, ecc.-. Il mondo, può capirlo, e tutti intendo filosofi, letterati, scientifici, matematici, biologi, chimici, fisici, artisti in tutte le discipline, storici, perché tutti questi personaggi di questa corrente di pensiero, e non solo, sono dei visionari, predicono il futuro anticipando i tempi, e così costruiscono la storia, volendo proteggere e tutelare, con al propria coscienza, conoscenza e personale esperienza, esprimendosi, divulgando e tutelando le progenie e le generazioni successive per la migliore possibilità di vita ad ogni costo, come lo è la natura degli animali, perciò sono tanti. Dargli sempre credito culturale è un atto dovuto e di crescita individuale, un riconoscimento di imparzialità e ringraziamento, tutto si rende possibile quando c’è la volontà. I politici, dall’origine della cultura accreditata, oggi si sono interrogati e devono interrogarsi sulla realtà nel nostro mondo, sulle esigenze e difficoltà dei popoli, volgendo lo sguardo al sociale, all’economico, al finanziario, alla loro posizione geografica sul clima e sulle sue conseguenze e relativi confronti perché esso influenza tutto, l’economia, le società, ecc-, e soprattutto sulla conservazione e tutela di tutte le specie. Accettando, magari, anche le loro provocazioni, e magari anche usando modalità e sistemi contraddittori voluti, strategie di linguaggio e di idee fino ad arrivare alle provocazioni, ma che rientrano nello studio e nella discussione, nell’alternanza delle idee e dei fatti, che servono se si vuole passare alla storia. Sono motivi di approfondimento, sono motivo di dubbi e, provocazione e dubbi, fanno sì che nasca la conoscenza e l’accettazione di essa stessa e della realtà. La nostra storia, la storia del mondo per capire, per capirsi, per conoscere, per migliorare, per attingere; e da dove attingere se non dal nostro passato. Da questo passato, dove già era insita la dottrina del naturalismo affermata da vari autori attraverso il giusnaturalismo, le fonti dello stato e della politica, perveniamo poi alla dottrina di Hippolyte Taine nel primo ‘800 e al suo naturalismo politico, dottrina non unica, perché già presente nell’antica Grecia, ripresa nel ‘500 ma ovviamente rivista per l’Ottocento e la contemporaneità in Francia. L’ aspetto politico mai riuscì a decollare in quanto nacque l’industrializzazione e la lotta di classe per l’occupazione, le divergenze di destra e di sinistra. Il mio impegno in questo lavoro è stato notevole, ma grande è la soddisfazione, in sintesi, posso dire che se mi fossi laureato in Medicina avrei costruito una clinica ma sono laureato in Scienze Politiche ed ho, quindi, ricostruito e riproposto l’ultimo movimento partito che solo la storia e la contingenza economica per il progresso ha fermato: il Movimento Naturalista Internazionale. Il Movimento Naturalista Internazionale e’ un movimento di pensiero antico, ho lavorato per ricostruirlo, conservarlo e per restituirlo al pubblico, dal teatro, alla letteratura, all’arte ( scultura e musica), all’ambiente, alla scienza, agli elettori. Il Movimento Naturalista Internazionale e’ di tutti. Tanti e nuovi scenari si apriranno. C’e’ stato un tempo per seminare, c’e’ un tempo piu’ lungo per raccogliere. Oggi e’ venuto il tempo e la storia, rispetteremo le sue ultime modalita’ di conduzione di questo movimento fatte dagli artefici Emile Zola e Hippolyte Taine con i diritti umani è questo il vero valore aggiunto rispetto al passato, applicandone la sua contemporaneita’. Il passato non si inventa, trae tutto origine da una storia e come tale nella sua stessa visione deve essere ripresa e confermata con la verità. Ricostruire un arco di storia dei naturalisti è in realtà una presa di conoscenza per i Parlamenti, quali istituzioni. Di fatto viene innovato e finalizzato come movimento dottrinario in Francia, patria di tutte le ideologie e dottrine partitiche, ma non organizzato come partito per le elezioni, ma solo in difesa dei diritti umani. La storia vuole che si parli sempre più delle azioni ideologiche di politica-sociale di Emile Zola, ma di fatto colui che ha organizzato il movimento in forma dottrinaria, è stato Hippolyte Taine, erano amici e fondatori, e ancora oggi molti non conoscono il Taine politico. D’altra parte Hippolyte Taine riprese molte delle idee da Aristotele, da Darwin, da Comte aggiungendo le sue considerazioni e idee per fare una nuova dottrina, una nuova politica quella del naturalismo politico, soprattutto riguardo ai diritti umani, in applicazione a quella società, dove lui che aveva altolocate relazioni politiche con personaggi politici della prima repubblica democratica francese. Successivamente egli prese però subito le distanze per avanzare una nuova politica conservatrice e centrista, per una Francia contemporanea, che ancora tutt’oggi primeggia. Con Taine diventa un naturalismo, pur avendo ripreso in parte le teorie da Darwin, e Darwin, al tempo stesso ha rivisto gli studi di biologia di Aristotele, lo stesso Taine pone il naturalismo nella sua dottrina come un movimento conservatore e non come un movimento vicino alla democrazia, forse perché in quell’epoca la democrazia con il primo presidente della prima repubblica dimostrò un’alta percentuale di corruzione, volendo possiamo oggi definire la cosa, un po’ forzatamente andando al di là delle dottrine pur importanti, come un movimento centrista-conservatore ma soprattutto repubblicano. Mentre era diverso per Zola che era vicino, pur essendo conservatore, alle posizioni socialiste e democratiche. Fu, dunque, da Taine che la Francia per un lungo periodo storico e, sino ad oggi, attraverso politiche conservatrice ha sempre tutelato il dettato costituzionale e la Repubblica.