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Presentazione sede Napoli Naturalismo

Presentazione

 Deputato al Parlamento Europeo

 Bruxelles, 26.07.2015

L’opera di Gabriele Nappi rappresenta un excursus lucido e dettagliato del concetto di naturalismo.

Un’opera brillante e appassionata che traccia attraverso la sapiente penna dell’autore uno spaccato minuzioso del movimento dal ‘500 ai giorni contemporanei in cui il tema è riemerso, nella sua straordinaria attualità, grazie all’Enciclica “Laudato Si” di Papa Francesco.

Un naturalismo che ricorda, ad un mondo sempre più distratto, quanto sia indissolubile il vincolo tra ecologia e antropologia perché l’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme e per tale ragione un vero approccio ecologico diventa sempre più un approccio sociale.

Il naturalismo diventa in conclusione elemento essenziale in quanto portatore di una dimensione umana, sociale e culturale dove appare evidente la necessità di procedere verso una coraggiosa rivoluzione culturale, che mediante una ecologia integrale ci impedisca di considerare la natura come qualcosa di separato da noi o come una mera cornice della nostra vita.

Siamo inclusi in essa, siamo parte di essa e ne siamo compenetrati.

On. Aldo Patriciello

Presentazione

In questa opera molto complessa e veritiera intrecciando storia, filosofia, letteratura e azione politica diretta l’autore Gabriele Nappi ha illustrato, in modo chiaro e comprensibile, l’evolversi del Movimento Naturalista Internazionale.

Una ideologia che si sviluppo’ in Francia  durante la grande rivoluzione industriale per influenza  del pensiero scientifico e filosofico del positivismo e delle nuove ideologie politiche e sociali.

Un modo nuovo di interpretare la realtà umana attraverso la letteratura, dando valore all’uomo comune, al popolino, alla vita quotidiana, “al volgo disperso che nome non ha”. Il padre del Movimento fu Emile Zola che ne definì i punti fondamentali secondo i quali lo scrittore doveva descrivere la realtà in modo oggettivo ed impersonale, rappresentando tutti i gradini della scala sociale dal più basso  fino ad arrivare a quello più elevato; dal semplice al complesso proprio come prevedeva il metodo scientifico.

La sua opera voleva  quindi essere di denuncia.

Lo scrittore contribuiva dunque alla conoscenza della realtà umana esplorando anche sentimenti e passioni. Il movimento naturalista si poneva e si pone tutt’oggi come obiettivo quello di aiutare le scienze politiche ed economiche nel regolare la società eliminando le sue storture e fornendo ai legislatori e ai politici gli strumenti per dirigere i fenomeni sociali.

Questo impegno sociale politico si può svolgere in un regime repubblicano e democratico che utilizza gli strumenti delle scienze moderne per realizzare il progresso e il benessere degli uomini.

Senatore Pietro Langella

Vicepresidente della V Commisione Permanente (Bilancio)

Introduzione

Prof. Rosario Pinto

Il Naturalismo e l’implicazione politica del pensiero di Hippolyte Taine

Professore di estetica presso l’Accademia delle Belle Arti di Parigi.

Può essere utile interrogarsi sul significato profondo che assume il termine di “naturalismo”, osservandone la dilatata portata che esso assume non solo nell’arco lungo della storia, ma anche all’interno delle logiche comunicative, andando a plasmarsi, nello scorrere del tempo, secondo gli orientamenti della Weltanschaung di volta in volta prevalente.

Naturalismo dovrebbe significare l’adesione del soggetto alle prospettive che la natura addita tra azione umana e ciò che è artefatto.

In realtà un orientamento “naturalistico” marca, piuttosto, una sorta di costante storica nello sviluppo del pensiero umano, configurandosi come un indirizzo di pensiero che distingue nella interpretazione delle cose, segnando il discrimine tra ciò che può essere accreditato come conoscenza nell’impiego di risposta asseverativa, valga non soltanto come espressione più forte d’un semplice sì, ma intervenga anche a fornire una sorta di certificazione convincente della validità logica d’un concetto.

Ci si può interrogare sulla lontananza storica del termine, sul suo primo impiego e sulla coscienza critica che il soggetto umano ha saputo ed inteso esprimere quando ha proposto la definizione del termine di “natura” come matrice organica dell’universo stesso.

Muove di qui l’Ilozoismo storico antico e, lungo tale abbrivio di ricerca filosofica verranno disponendosi, nel corso del tempo, le più significative espressioni di quell’orientamento di pensiero che, muovendo dall’ancoraggio “naturalistico” costruiscono una prospettiva di decrittazione e lettura dell’evenienza epifenomenica assumendo un atteggiamento epistemico via via più avvertito e metodologicamente attrezzato.

Scavalcato Talete e tutti gli antichi Presocratici che propongono le rispettive formulazioni di un’Archè naturalisticamente atteggiata, saranno, poi, il pensiero democriteo e, a seguire, quello epicureo, l’espressione evolutiva di una coscienza critica del ruolo della natura nella costruzione dell’universo e del reale.

Il Medioevo, pur tenendo conto del processo svalutativo della natura che offre il Cristianesimo, interviene decisamente sul punto e fissa nella formula dell’universale post rem un’opportunità di centralizzazione del mondo della natura che, sempre più, diviene anche il luogo delle esperienze.

Sarà con il Rinascimento che la rivalutazione del soggetto umano comporterà anche la riconsiderazione del ruolo della natura.

Deus sine natura, natura naturans, sono questi i concetti-pilota per un pensiero, quello rinascimentale, che, da Telesio, a Bruno, a Campanella, a Galilei, a Spinoza, vorrà considerare il significato di centralità del soggetto umano nell’ordine naturale” delle cose, identificando, peraltro,  la natura come tutt’altro che un progetto giustificantesi in virtù di una premeditazione allotropa, ma con una processualità ragionevolmente spiegabile juxta propria principia.

L’Ottocento paga lo scotto dell’involuzione romantica ed idealistica, che, consegnando ad una “filosofia dello spirito” il primato rispetto ad una concezione che – se di stampo naturalistico – può apparire decisamente depotenziata – confinata, come appare, entro i limiti spaziotemporali d’una provvisorietà precaria ed incontrollabile. Alle triadi dialettiche hegeliane, la risposta viene data dalle nuove formulazioni d’una prospettiva positivistica che, variamente operante in Europa, consegna alla delibazione logica il portato d’una speculazione filosofica che centralizza l’esperienza del soggetto facendo del suo atto conoscitivo  non l’ipostasi metafisica di una concezione spiritualistica, ma la concreta affermazione dell’autonomia della conoscenza nel disvelamento delle leggi di natura, senza porsi in alcun modo il tema “metafisico” di una possibile “causa prima” ed andando, invece, ad indagare all’interno della natura se non potesse essere possibile individuare una radice convincente per dare spiegazione e motivo della successione manifestata degli eventi che si succedono nel corso della storia. Già Hume aveva additato la preferibilità di una conoscenza post hoc anzicchè propter hoc.

Una tale filosofia non può che essere una filosofia “positiva”, una filosofia che indiscutibilmente si apre a diverse opportunità di delibazione, ma che, nel suo complesso, appare unitaria nell’attribuire al percorso della storia non il ruolo di uno svolgimento etero diretto della teodicea, ma il ruolo concreto e verificabile dell’esperienza umana. Si afferma il metodo matematico e si afferma anche una importante disponibilità alla verifica e alla comparazione.

Esistono certamente differenze nell’orientamento di pensiero di autori positivisti come Comte, Stuart Mill, Taine, ma l’idea che li accomuna è tale da risultare – al di là delle differenze tra loro – come una sorta di “basso continuo”. Nel secolo dell’Ottocento saranno gli scrittori naturalisti-realisti-veristi quelli che sapranno costruire, per le dinamiche del Positivismo, l’abbrivio privilegiato ed efficace per ottenere, al di là degli specialismi, la penetrazione della concezione “naturalistica” fin nel più profondo del tessuto sociale.

Certo, esistono differenze marcate tra naturalismo, verismo e realismo, ma non sono queste differenze tali da lasciar pensare che si sviluppi, all’interno del Naturalismo, una dialettica autodistruttiva.

Personalità come Zola, ma anche come Flaubert e, in Italia, come Verga e Capuana, ma anche come De Roberto, la Serao o come Di Giacomo meritano la massima attenzione, essendo essi stati quelli che hanno saputo leggere l’individualità soggettiva come manifestazione individuale d’una più ampia e dilatata dimensione, quella della socialità.

Non poteva non aversi un risvolto “politico” di questi aspetti propriamente sociali, ed in questa direzione appare fondamentale non solo il lavoro svolto da Taine, ma anche da Zola.

Un pensiero prettamente naturalista? Proviamo a definire il profilo della sua matrice storica.

Diremo, quindi, d’un naturalismo socialista su base sociale e non di derivazione storico-materialistica, in cui si fondono le istanze liberali tocquevilliane e di Stuart Mill, non ignare delle sensibilità proudhoniane e latamente benthamiane, sullo sfondo di una temerarie concettuale che si avvia a consumare l’ultimo salto sulla strada dell’affrancamento dalla superstizione per imboccare la via della conoscenza e dell’approfondimento scientifico.

Hippolyte Taine vede lo svolgimento d’una processualità de terministicamente atteggiata, ove il fattore psicologico, lungi dall’essere negato nella sua evidenza storica e sociale, è analizzato come aspetto saliente e caratterizzante di dinamiche fisiologiche in cui gioca un ruolo decisamente importante ciò che noi, oggi, definiamo “patrimonio genetico e che Taine definisce race, unitamente con la pregnanza del contesto storico (Taine dice il moment) e del contesto ambientale (Taine dice il melieu).

La domanda di fondo è come possa tutto ciò non avere un suo preciso risvolto politico, come, cioè, immaginare che le aggregazioni sociali possano costituirsi e reggersi senza che la natura stessa provveda a creare una determinazione di assetti che favorisca un rinnovamento radicale delle strutture fin qui esistite.

Il socialismo appare come una sicura via da percorrere e Zola prontamente ne abbraccia le ragioni, rinterrando quel progetto politico e correggendone la rotta con le idee del Naturalismo.

Nella sua opera sulle Origines de la France contemporaine, Taine discute sul perché del fallimento di un progetto politico di tipo rivoluzionario che non ha determinato le condizioni di stabilità politica e pone in discussione i metodi per l’approccio alla democrazia dei popoli, valutando che le componenti sociali debbano trovare una più viva opportunità di specchiamento nella contestualizzazione politica per poter effettivamente ritrovare, nel contesto istituzionale, l’inveramento delle proprie posizioni intellettuali.

Si tratta, insomma, di osservare la possibilità di concepire un progetto politico come un laboratorio scientifico, conferendo spessore alla dimensione psicologica che non può essere considerata come il campo di esplicazione delle mere volitività soggettive ed individuali, ma come il luogo di armonizzazione sociale nell’equilibrio ponderato delle condizioni di praticabilità di un progetto sociale di forte rilievo inclusivo.

Nel suo Du suffrage universale t de la manière de voter, Hipplyte Taine sviluppa una valutazione molto intensa nelle dinamiche dei sistemi elettorali ed identifica l’insuccesso della rappresentanza politica nella mancanza di una coscienza partecipativa che nasce dalla carenza dell’opportunità informativa.

Appare evidente che all’interno delle logiche propositive di una formula aurea che possa garantire il successo dell’istituzione democratica, secondo un progetto intensamente naturalistico (giova osservare che nell’opera predetta, Taine cita espressamente, lodandone le capacità descrittive della società, l’attività di romanziere di Flaubert) il Nostro avverte l’esigenza di prospettare la necessità di una formazione democratica e di una cultura alla partecipazione come condizione imprescindibile per la espressione di un voto consapevole. E pone, evidentemente, il voto consapevole come condizione necessaria per il successo di un progetto democratico, all’interno del quale la distribuzione delle competenze non può determinarsi correttamente se non attraverso una selezione del personale politico che veda impegnato un elettorato cosciente con uno strumento idoneo quale può essere, ad esempio, l’elezione di secondo grado; ed in proposito, Taine non manca di citare l’indicazione che fornisce Tocqueville a proposito degli Stati Uniti d’America.

Si potrebbe osservare che il Naturalismo, da questo punto di vista, piuttosto che fornire un orientamento di prospettiva, piuttosto che fornire una linea strettamente ideologica, preferisca indugiare sulla strumentazione, ma è proprio attraverso l’approntamento delle strutture che oggettivamente siano in grado di produrre scelte consapevoli – sembrerebbe dire Hippolyte Taine – che si rende possibile mettere in atto un sistema politico che abbia, innanzitutto, la capacità di funzionare.

Oggi, probabilmente, definiremo l’indirizzo politico di Taine come quello di un fautore della cosiddetta “ governabilità”, ma sarebbe una prospettiva limitativa, dal momento che ciò che addita Taine non è semplicemente l’obiettivo della governabilità tout-court, fine a se stessa, quanto, piuttosto, l’approntamento di un sistema delle consapevolezze che possa obiettivamente consentire l’approntamento di una via razionale e scientifica alla conduzione della cosa pubblica. E non può stupire, evidentemente, che una via razionale e scientifica costituisce non semplicemente un mezzo – quale la mera “governabilità” potrebbe apparire – ma un orizzonte decisamente politico ed il profilo stesso, in fondo, di una Wetanschauung.

Il pensiero politico di destra moderata di Taine

Il pensiero di Taine si riassume nella formula “ l’ambiente, la razza, il momento”: con essa intese sottolineare l’importanza dell’influsso delle contingenze storiche, delle premesse antropologiche e del contesto geografico-sociale sul comportamento umano, e quindi, anche nelle opere artistiche. Taine era un filosofo per vocazione, portato dalle circostanze a essere critico e storico. Come critico della letteratura e dell’arte diede, nella prima fase della sua attività, contributi di rilievo che ne consacrarono la fama (Saggi di critica e di storia, Storia della letteratura inglese). L’esperienza traumatica della guerra e de La Comune impressero un altro corso al suo impegno, una conversione alla storia, il progetto di una politica scientifica fonda la sua conoscenza rigoroso dei fatti (”scientifica”) che avrebbe dovuto garantire la rinascita della nazione mediante l’individuazione di rimedi adeguati alla sua natura. Iniziò allora per Taine il tuffo negli archivi e nelle biblioteche per analizzare il processo per il quale era nata la Francia contemporanea. A dispetto della pretesa di scientificità, l’opera di Taine fu passionale e di parte. Alfiere della cultura liberale, laica e progressista prima del ’70, Taine con “Le origini della Francia contemporanea” divenne uno degli indiscussi filosofi della destra alla fine del XIX secolo: la valorizzazione della tradizione e della storia contro gli arbitri e i deliri della ragione, la radicale e virulenta avversione alla rivoluzione e alla filosofia illuministica, l’esaltazione del ruolo delle Elitè, l’insistenza sul peso dei condizionamenti biologici, sono elementi ai quali la destra di Maurrras e di Barrès avrebbe attinto a piene mani.

(relazione Prof. Rosario Pinto – Già Professore Accademia delle Belle Arti di Catanzaro – Studioso del politico-filosofo Hippolyte Taine, Docente all’Università teologica Napoli).

Questo passaggio storico dalla
Repubblica e dalla Democrazia alla destra repubblicana è un fondamentale
passaggio per capire Taine. Capire questa trasformazione non è certamente
semplice ma dal suo libro più conosciuto tra tutti i filosofi “l’Origine della
Francia Contemporanea” Taine descrive il Naturalismo facendone prevalere la
scientificità dell’analisi della società e sulla sua conoscenza dai fatti alla
razionalità è visto proprio come l’approccio e la costatazione verso la Natura
e dalla Natura. La natura, dunque, in questo periodo storico, verso il 1870
circa, c’è il crollo dell’idea naturalista e come movimento radicato
territorialmente, con l’avvento dell’industrializzazione e della nascita della
lotta di classe destra e del socialismo Taine prese posizioni quasi
diametralmente opposte alla democrazia dell’epoca. Mentre Zola pur non essendo
né democratico e né socialista attivo perchè criticava la democrazia per
l’eccesso di corruzione che c’era in quel periodo. Circostanza riscontrata
anche da uno studioso come De Sanctis in alcune sue citazioni. Dunque, Taine
perché si avvicinò alla Destra e sentì il bisogno di avvicinarsi alla Destra?

Prof. Rosario Pinto

Già Docente Accademia Belle Arti

Napoli e Catanzaro

Paris Institute of Political Studies

Libro Movimento Naturalista 3 volumi

I

Introduzione

“Il passato non si inventa, trae tutto origine da una storia e come tale nella sua stessa visione deve essere ripresa e confermata con la verità unitaria”.

Il percorso fatto nell’elaborare un periodo storico-filosofico-politico, che va dal ‘500, al ’600 con Campanella, Telesio e Bruno i primi naturalisti nel libro Le Radici del Naturalismo, dal ‘700 sino al ’800 e giungendo sino ai giorni nostri, fa capire il valore del pensiero-dottrina del naturalismo, finalizzato poi in movimento nella seconda metà dell’Ottocento in Francia e, non sfociato in politica. Solo oggi ripreso perché contemporaneo, tracciato da tanti illustri personaggi, da un dato di fatto: il naturalismo è il più antico movimento di pensiero politico. Tutto è scaturito dal dubbio, il dubbio favorisce le indagini, le ricerche e ci consente di arrivare al raggiungimento delle verità, delle scoperte.

Questo scritto e la filosofia ripresa, abbinato ad una  analisi di politica esclusiva e mai trattata e non solo per raccontare l’evoluzione del pensiero storico naturalista, non vuole essere un modello di politica o rappresentare la bravura personale, ma solo quale riconoscimento per la verità su uno dei più antichi movimenti, a partire dalla filosofia del ‘500 sino ai giorni nostri. Applicare ora questo movimento con la sua azione di politica attiva naturale, alla realtà, alla modernita e ai fatti della società di oggi perché contestuale, è doveroso. Ma anche perché ciechi davanti alla storia non si può essere. Perché l’uomo molte volte non capisce quello che è successo e cosa sta per succedere. Parlare di coscienza storica e di coscienza veritiera è soprattutto  scongiurare una cecità che nasce proprio da una memoria distorta che le società e gli uomini si sono costruite, dalla tendenza alla spiegazione complottistica degli avvenimenti, dalla responsabilità di un’informazione che sembra diventata più importante dell’istruzione storica, dei fatti e della formazione dei cittadini. Abbiamo messo in luce la cecità delle società dell’oscurantismo della storia e soprattutto il vuoto, voluto o non voluto, del loro tempo senza nessun risentimento verso gli uni o verso gli altri, a mio avviso non abbiamo sbagliato la diagnosi ma nemmeno si può sbagliare a dire cose che poi nella realtà pratica non le si è volute o non documentate o nascoste.

Ricostruire un arco di storia dei naturalisti è in realtà una presa di conoscenza per i Parlamenti, quali istituzioni, dove oggi si dovrebbe tenere nella giusta considerazione, doverosamente, almeno due rappresentanti al Parlamento. Di fatto viene finalizzato come movimento dottrinario in Francia, patria di tutti le ideologie e dottrine partitiche, ma non organizzato come partito per le elezioni. Molte dottrine oggi sono superate, alludo soprattutto ai comunisti, alle destre estreme, al partito liberale e quindi ai liberali, in parte al socialismo, ma il naturalismo si annovera tra quelle dottrine e ideologie come il partito repubblicano, il partito popolare, e il partito democratico, che non tramonteranno mai, non finiranno mai e non saranno mai soppiantati. Né avranno breve durata come i partiti populisti. Da oggi in poi i naturalisti vivranno e conseguiranno sempre più successi nel tempo. Bene ha fatto la Francia  a recuperare il partito repubblicano, in rappresentanza di una destra da sempre  repubblicana, costituzionalista, moderata e democratica che non c’è in Italia e che noi vogliamo sostenere come la piu’ grande novita’ sulla scena politica nazionale.  Oggi è stato possibile far venire alla luce il movimento naturalista, il suo percorso filosofico, storico e dottrinario per formalizzarlo come partito. La storia vuole che si parli sempre più delle azioni ideologiche di politica-sociale di Emile Zola, ma di fatto colui che lo ha organizzato in forma dottrinaria, è stato Hippolyte Taine, loro erano amici e collaboratori, e molti non conoscono il Taine politico. Era lui che aveva altolocate relazioni politiche con personaggi politici della prima repubblica francese. Successivamente, lo stesso, prese però subito le distanze per avanzare una nuova politica di destra, per una Francia contemporanea, che ancora tutt’oggi primeggia. Fu, dunque, da Taine che la Francia per un lungo periodo storico e, sino ad oggi, attraverso una destra costituzionalista e repubblicana, mosse l’avvio della contemporaneità e si può desumere anche del pensiero politico naturalista ancorchè non sfociò mai in politica.  Ci potrà essere una destra in Italia come in Francia? Lo consentiranno? Siamo tutti naturalisti.

II

Il naturalismo: fare i conti con la storia

Mi piace scrivere in prima persona perché mi piace
narrare la storia e, a qualcuno potrà apparire come una forma di esibizionismo
o narcisismo, ma voglio  mettere in
chiaro che la mia non è la “verità”. E’ solo ciò che io vedo e voglio che la
gente lo sappia. Voglio che il lettore sia consapevole del fatto che se anche
alla fine sono il più forte perché l’ultima parola c’è lo io, non ho certezze,
che la mia è sempre una verità molto relativa e basata sul mio modesto punto di
vista. E’ un mio stile, è un modo di scrivere, conosco tante parole complicate
ma faccio di tutto per non usarle, anche perché tratto temi alquanto complessi
e uso grande quantità di informazioni, ma voglio che il mio libro resti
leggibile. Uno stile preciso e pulito a cui ambisco.

Bene se si parla così tanto di realismo in questo ultimo periodo non possiamo che rallegrarci in quanto il realismo è stato poi, non avendo avuto quella fortuna sperata sotto l’aspetto di formazione politica, assorbito dal Movimento Naturalista. Per conseguenza logica allora non possiamo non affermare che il naturalismo è altamente contemporaneo e sicuramente più completo del realismo.

Vi sono molti modi per affrontare e conoscere la fase di transizione politica che stiamo vivendo, una lunga transizione e spesso caratterizzato da un andamento carsico. In questo libro proviamo ad affrontare il problema della transizione con la ricerca su parole e concetti. Un’analisi critica sulla politica emergente che possa aiutare e ad approfondire la comprensione della novità di questo testo, delle sue pratiche e dei nuovi linguaggi sociali che stiamo proponendo, così come a chiarire le difficoltà che si manifestano nel percorso politico sui territori e la sua applicazione, soprattutto di creare alla lotta in corso per la costituzione, di una forma nuova di soggettività politica critica e alternativa al processo di globalizzazione capitalistica. Quello che noi vogliamo proporre oltre il movimento intorno ad alcune parole, concetti, lemmi che possiamo considerare come nodi di una nebulosa, campi gravitazionali, attorno a cui si formino aggregazioni critiche e forme di organizzazione di una nuova soggettività politica. Troverete in questa raccolta-scritto esplorazioni e piste di ricerca su forme di soggettività, talvolta metaforiche, irriducibili rispetto a un certo linguaggio della modernità e sull’emergenza di nuovi spazi pubblici economici e di cooperazione. Sulla crisi e la ristrutturazione delle istituzioni e degli spazi della politica. Possiamo  tuttavia dire che un lavoro di indagine, chiarificazione, approfondimento possa aiutare questo processo identificando elementi trasversali. Sul bisogno di questo lavoro non abbiamo dubbi. Non solo perché i vecchi schemi interpretativi della politica non risultano efficaci, ma anche per rispondere a un fenomeno, nuovo e insidioso, di analfabetismo, spesso generato paradossalmente da una eccedenza comunicativa e informativa. L’impoverimento delle eredità culturali, la crisi della trasmissione formativa, la mancanza di un serio sviluppo della capacità critica (che è il saper scegliere, discriminare, valutare, correlare le informazioni disponibili), chiedono oggi alla ricerca culturale uno sforzo originale per riordinare una complessità altrimenti oppressiva, con mappe concettuali innovative ed efficaci.

Esistono dei rapporti tra le idee, la libertà e la psiche dell’uomo. Chissà quante volte, cercando di fuggire dallo stress quotidiano, abbiamo deciso di abbandonare tutto per restare da soli. Con noi stessi e con la nostra natura. Ma quando la mattina ci alziamo cercando di organizzare la nostra giornata, dando dei significati a quello che facciamo e alle condizioni che li rappresentano, a volte diventiamo nevrotici e a volte ci sentiamo sazi. Ma tra il dire e il fare, essendoci di mezzo il mare, ci accorgiamo che a volte le scelte difficili da fare vengono compiute da pochi. Persone che sono motivate realmente e che inseguono un  sogno. Ma giacchè tutti dobbiamo trovare quella forza che ci fa crescere e migliorare, ci orientiamo nella vita seguendo le nostre idee. Ci rivolgiamo ad esse perché in esse ci sono quei poteri, quelle energie necessarie che non ci distolgono dal nostro obiettivo. Facendo così il nostro corpo e la nostra mente si sentono coinvolti. Diventare umili e fedeli a questo coinvolgimento diventa difficile trovare quei sintomi positivi che esprimano la possibilità di evitare i pericoli che si incontrano. E’ un momento cruciale perché bisogna decidere se tirarsi indietro o andare avanti. Se scegliamo la seconda siamo chiamati a dover comprendere la natura delle cose e andare in profondità. Se scegliamo la prima possiamo smettere di leggere e chiudere il libro e andare a rivalutare la figura dell’eremita. Ma bisogna occuparsi dei sentimenti e del potere latente delle idee che è importante. Un potere che nell’uomo è dato dai suoi stati d’animo, perché per avere un’idea libera o un programma che funzioni bisogna rifarsi a ciò che scrive l’inconscio. Le idee sono lo stimolo importante per l’uomo, un’idea che riusciamo a sentire forte facendone anche esperienza, fa rimuovere anche gli ostacoli. Può essere anche una manifestazione di innatezza.

Effettivamente tra il dire e il fare c’era di mezzo il mare ma oggi il mare possiamo dire di averlo superato perché le idee sono importanti, la libertà, la psiche dell’uomo e le manifestazioni innate la perseveranza è stata la leva che ci ha permesso, con una forte dose di fortuna, di superare tutti gli ostacoli con il giusto abbinamento tra corpo e mente, il raggiungimento dell’anima libera è l’obiettivo principale dell’uomo.

Questo straordinario e inedito, in Italia e in Europa, lavoro di impegno, è un’opera che dà veramente dell’incredibile, ben articolato in tutti i suoi passaggi, ben identificato in tutta la sua azione organizzativa e di pensiero, di dinamicità e delle attività culturali svolte sul territorio, ma soprattutto con tutte le rappresentazioni e citazioni di Professori Universitari è molto confacente all’idea di realizzazione, simile ad una grande composizione musicale dove musicalità e sonorità vanno all’unisono. Sarà pubblicato con una casa editrice on line in modo da raggiungere facilmente, visibilmente, i contatti internazionali.

Le testimonianze degli amici sono inconfutabili sia per la loro vicinanza sia per la fiducia e la collaborazione prestata in questi cinque anni, pur rimanendo all’oscuro del progetto stesso, ma soprattutto è l’essere stato riservato in questa attività e nel progetto stesso sino a quando non è stato ufficializzato dopo averne svolto tutte le attività connesse e complete per il suo riconoscimento. Solo dopo sono arrivati suggerimenti per migliorare la progettualità del movimento. Un testo dal quale molto potrà scaturire sia sotto l’aspetto culturale sia sotto l’aspetto politico sia sotto l’aspetto delle attività. Una pietra miliare da confermare nell’inizio della grande Storia.

Questo lavoro è il compimento della tesi di laurea, del raggiungimento della conoscenza e del potere visto soprattutto nell’interagire tra le varie forze e prospettive con particolare riferimento alla democrazia, all’azione programmatica diretta e contemporanea della politica del Naturalismo nelle funzioni politiche con una propria simbologia e propri rappresentanti politici. Da questo libro precursore possono nascere tante idee e iniziative, di narrazione letteraria, sociale, ambientale e su più svariati argomenti. Una pietra miliare per il miglioramento dell’intero movimento naturalista internazionale per le ulteriori ricerche. Un evento straordinario quello della conferma politica tanto da incidere anche in un nuovo processo storico, nella formazione dei partiti e dei movimenti. Lasciato nel limbo questo ultimo grande movimento politico è stato ripreso al momento opportuno, quando cadde l’industrializzazione e con essa i due partiti Comunisti e Verdi. La vocazione e le testimonianze di questo movimento sono indicate chiaramente nell’esposizione del libro. Noi vogliamo così entrare a far parte della grande storia, quella vera e importante dei partiti e movimenti politici, perché il Naturalismo è già dottrina, consegniamo ora il Movimento. Per la conferma, la storia è già iniziata. Il tempo è già dalla nostra parte, perché questo è il nostro tempo. Il periodo, il tempo sono importanti per tutte le attività, per le civiltà, il futuro e gli eventi che si sono succeduti e succedono. Le azioni politiche, organizzative e rappresentative sono importanti per l’ultima epopea e nei secoli precedenti a questi ultimi duecento anni. l’ultimo movimento politico vuole ora avere il pieno diritto a partecipare alla costituzione di una nuova società, nuovi stili di vita per il futuro del pianeta, onorando tutti i grandi uomini, letterati, politologi, scrittori, scienziati e artisti del passato per il loro impegno alla conoscenza del pianeta e della società.

Non si può avere la consapevolezza della vita di oggi se non si conosce la provenienza storica e il suo percorso. La storia è fondamentale per il cammino nel presente. La storia se la si comprende è costruttiva per la società e a scavare nella sua memoria, ci sono ancora dei vuoti, per rimettere insieme pezzi storici, per dimostrare la realtà del presente, o in questo caso, per dimostrare la vocazione del movimento politico del naturalismo e per far capire tutto il passato per avvicinarlo al presente per renderlo contemporaneo il tutto tratto dalle testimonianze storiche.

Per avere una dimostrazione culturale  della vocazione del naturalismo come dottrina politica si può fare riferimento al testo di Giovanni Bovio – Dottrine dei partiti politici in Europa –  dove si evidenzia che nell’identificazione delle loro denominazioni, partendo dai Radicali sino ai Moderati e passando dai Socialisti, soffermandosi sui Conservatori, Liberali  e Progressisti, si sofferma maggiormente sul pensiero e la dottrina del naturalismo spiegandone il criterio matematico e il concetto di natura, passando a ricordare Antonio Tari cattedratico dell’Università di Napoli, che non accettò l’incarico di deputato al Parlamento come fece anche Emile Zola, riconoscendosi quale naturalista pieno ma con indicazione rivolta più ad un naturalismo estetico come lo ritroveremo anche in Hippolyte Taine.

Bovio spiega le contraddizioni sul naturalismo del Tari. Con ciò si dimostra che la dottrina del Naturalismo era molto forte e sentita al tempo dei nostri ma non riuscì a definirsi come partito. Ritengo di allargare il bacino delle dottrine nate in Europa anche alla cosiddetta dottrina della Chiesa e del Cristianesimo. D’altra parte che cos’è la dottrina della Chiesa e del Cristianesimo? Se non l’attività di un’azione coincisa tra le parti per entrare nell’azione pratica del riconoscimento della solidarietà, della cooperazione, dell’integrazione, e quindi un’azione diretta come le dottrine dei partiti che hanno finalizzato in una azione pratica, politica e concreta con la costituzione di un partito.

Dal naturalismo del fine cinquecento, da Telesio, Campanella, Bruno e Vico (politologi e studiosi di filosofie politiche utopistiche e metafisiche) che hanno iniziato l’opera e un’argomentazione di uno stato, di una società in una visione utopistica ma la storia non era ancora favorevole, il potere spirituale era ancora molto forte in quel periodo più del potere temporale anche perché non esistevano i partiti.  Esistevano gli uomini, i filosofi che facevano politica, dopo la rivoluzione francese nacquero i partiti. Il Partito Democratico e i Naturalisti già esistevano. Ripreso dai francesi Zola e Taine verso la fine dell’ottocento, essi andarono vicino a dare origine a un movimento politico, la Francia dell’ottocento era la Patria dei Movimenti e dei Partiti. Era un momento favorevole per le scoperte sulla natura, era l’epoca del darwinismo, a circa duecento anni dal pensiero rinascimentale sul naturalismo di Telesio, Campanella e Bruno. Ma anche qui la storia fermò i francesi Zola e Taine. Nacque l’industrializzazione e la lotta di classe, conseguenzialmente nacquero il socialismo, il comunismo e il liberismo, il consumismo sfrenato che ci ha portato oggi i suoi danni. Ad oggi c’è una riconversione dell’economia con le famose teorie della decrescita felice, ad oggi abbiamo ripreso dai francesi l’avvio già iniziato, ad opera di Gabriele Nappi che lo ha ripreso e lo ha ben collegato, di questo conosciuto e famoso movimento internazionale dell’ottocento, come lo era d’altra parte per il PD della prima metà dell’800. Il più antico movimento politico e di pensiero, quando esistevano solo potere spirituale e temporale. Il Movimento Naturalista, dunque, senza ombra di dubbio possiamo affermare che è e si acquisirà notevole importanza anche internazionale degli altri partiti e movimenti contemporanei così come già sostenuto dal mondo accademico e nel discorso di insediamento del Presidente Obama alla Casa Bianca nel quale evidenzia che il Naturalismo e gli uomini naturalisti sono fondamentali per la crescita e lo sviluppo sociale mondiale.

La storia vecchia e nuova, quella che è possibile e riproponibile la vogliamo leggere e ricordare. Noi vogliamo essere protagonisti della storia vecchia e nuova perché il Naturalismo fu fermato dai tempi, l’abbiamo ripreso e ricostruito. Il Naturalismo è possibile perché contemporaneo. Oggi siamo contemporanei. Riscattiamo i grandi uomini naturalisti che erano e sono uomini straordinari.

Ho cercato di sintetizzare questo argomento di così larga vastità, cercando di scrivere l’essenziale sulle argomentazioni e gli aspetti del Naturalismo. Operazione difficile e di non facile delineazione nel ricostruire  e ridurre all’essenziale il lavoro di questo eccezionale Movimento. Inversamente se si voleva essere puntuali su tutti i suoi aspetti non basterebbe una collana.

Nel Movimento ci riferiamo al principio sostenuto dall’uomo politico De Gasperi, il quale sosteneva che per operare nel campo politico non basta né la fede, nè la virtù ma conviene creare uno strumento adatto ai tempi …. che abbia un programma , un metodo, una responsabilità, una gestione democratica. Oggi il Movimento è lo strumento adatto ai tempi dell’informatizzazione perché è un movimento basato sulle forme di congregazione sociale moderna e futuristica, nonché aderente al principio della salvaguardia e alla trasparenza e conoscenza dei diritti e doveri dei cittadini attraverso l’opera di informatizzazione, oggi unico metodo di comunicazione. Il Movimento Naturalista Italiano ha come finalità primaria quella di distinguersi dalle altre forze politiche, per offrire agli elettori un modus operandi diverso, per servizi, consulenze, assistenza, progettualità e attività concrete, più visibilità e fattibilità nei rapporti tra il nostro movimento, gli enti ed i cittadini. L’utilizzo di questi strumenti tecnico-politici hanno già rinvenuto approfondimenti da parte della Mayo Fuster j Morell (attivista politica, ha promosso la nascita del movimento di resistenza globale della Catalogna. Tratto da: Strumenti tecno-politici- Parole di una nuova politica – XL Edizioni Collana Transitorio Roma 2007) la quale definì sinteticamente il sistema come strategia e ricca varietà di esperienze che sono emerse all’interno dello spazio dei movimenti globali con il comune denominatore, tra l’altro, di combinare l’applicazione delle nuove tecnologie informatiche e comunicati a scopi politici; porre l’accento sul modello organizzativo, decentralizzato, cooperativo e aperto, con il fine di sistematizzare la conoscenza generata all’interno dei processi di mobilizzazione e la costruzione collettiva delle memoria sociale. Definizione estesa a partire da quattro nodi tematici che racchiude il termine: tecnologia, strumento, politica e conoscenza.

III

Quello che è stato fatto è proprio questo, partire dal
positivismo storico o storiografico che si attiene ai fatti, ricavandone
espressioni, leggi, regole, giudizi, insomma di affidarci a ciò che già c’è per
ricavarne ciò che deve essere. Il Movimento Naturalista Internazionale già
c’era lo stiamo confermando nella mania storicistica di dedurre quasi
analiticamente i valori dei suoi eventi che si annidano insieme ad aspetti
sociologici nelle relazioni interumane. La conferma di tale movimento e la sua
vocazione è ovviamente e ampiamente esposta in questo lavoro.

Ovviamente ho disposto una fusione, un’impostazione e un’articolazione piu’ politica che letteraria avendo inserito concetti politici contemporanei a fatti storici e a fatti letterari.

La storia non la si fa con i se e con i ma, è diretta, è evidente, è accertata, è coraggio ed è condivisione.

La storia è lo specchio del presente, forma le nostre credenze e la nostra identità. Il passato non dà ricette per l’oggi e non si può riscriverlo a piacimento. Ma studiare per conoscerlo è la strada maestra dell’aggregazione sociale e per fare politica, se poi si ha anche una dottrina politica alle spalle, utilizzata come forma di partito-movimento, è ancora più importante. Il Movimento Naturalista è questo.

Oggi gli storici delle dottrine politiche non si limitano allo studio filologico delle opere dei grandi pensatori, ma tengono sempre d’occhio la storia delle istituzioni, la scienza politica, il metro delle scienze storico-sociali. La storia stabilisce le identità che nascono dal passato, delinea il passato sul quale si viene a costruire il futuro, stabilisce o contesta coesioni e rapporti sociali del passato o ancora attuali, offre la visione dell’orizzonte di genti e problemi fra i quali ci si mosse e ci si muove, conferma, smentisce o rivede le credenze del passato, impugna o rafforza ciò che del passato dicono gli altri amici o nemici, per cui la storia del passato è sempre anche uno specchio storico del mondo di chi la scrive oggi.

Il Movimento Naturalista Internazionale è oggi contemporaneo e in forma concreta come movimento politico. Inserendosi a pieno diritto nella storia delle dottrine politiche europee il Naturalismo, ma sicuramente inserendolo poi, con il nostro operato sul campo nella storia dei partiti e movimenti politici, riconosceremo e ufficializzeremo in tutti i testi il Movimento Naturalista. Come sono già state riconosciute molte dottrine politiche in partiti quali il liberismo, il conservatorismo, il socialismo, i radicali, i repubblicani, i democratici, ecc-, sfociate poi in partiti. Un lavoro vasto e impegnativo per la politica è stato fatto per servire degnamente la storia dei filosofi, dei grandi personaggi, dei letterati, dei sociologi naturalisti e rendergli così riconoscenza per il loro immenso lavoro, per costruire una nuova società, una nuova politica, sicuramente non populista. Avevo sempre parlato della modifica dei libri dei movimenti e partiti politici, ecco perché! L’Europa è stata per alcuni secoli il centro motore della storia mondiale, e la sua come ogni altra storia, è fatta di grandezze e splendori e di lacrime e sangue. Tuttavia è nella sua storia e di quella dell’occidente che essa ha formato la rivoluzione scientifica e tecnica, che ha trasformato radicalmente la vita materiale, e non solo, dell’uomo e sono nati quei valori e ideali sulla cui base il ruolo dell’Europa nel mondo ha finito con l’essere contestato (e proprio in ciò è forse il marchio della sua maggiore grandezza). Ne parla Bovio nei suoi libri di storia delle Dottrine Politiche ma anche in altri suoi testi sul Naturalismo e forse per questo è opportuno come europei oggi riconoscere anche il Movimento Naturalista e porci ancor più avanti rispetto agli altri, è l’ultimo movimento riconosciuto dalla storia e ripreso e riorganizzato in era contemporanea.

Dott. Gabriele Nappi

Presentazione: I fondamenti del Naturalismo

di Gabriele Nappi

Con i Fondamenti del Naturalismo si conclude tutto un percorso che va dal primo ebook e cioè “Il Movimento Naturalista Internazionale – Dall’Ottocento francese alla contemporaneità politica. Tra sociologia, politica e ambiente”  nel quale si riassume tutta una fervida attività  di ricerca svolta meticolosamente sul naturalismo, ai tre pilastri della dottrina e della ideologia da cui sono scaturite  l’arte, la letteratura, la sociologia e la filosofia naturalista: Aristotele, Darwin e Taine.

Dunque la storia è quella che si ricostruisce tenendo conto di tutti i fattori esistenti dandogliene una interpretazione giusta ed equilibrata quanto più vicina alla verità. E’ ovvio che da sola non è sufficiente perché la filosofia è una seconda pelle appiccicata all’individuo e alla società e possiamo dire che l’umanità ha cercato di strapparsela  di dosso ancorandosi ai principi della religione, della scienza oppure delle pratiche tecnologiche e vedesi quanti riferimenti, documenti e frasi filosofiche vengono riprese e pubblicizzate su facebook o altri social. A mio avviso qualsiasi scelta è dettata da scelte filosofiche. Per preparare delle leggi, per commentare le notizie, per determinare la propria vita ci si muove in una conoscenza che proviene dalla filosofia, una filosofia che ci guida inconsapevolmente o meno. La filosofia non è solo conoscenza della natura (aspetto di competenza delle scienze), non è solo studio del modo in cui avviene il ragionamento (logica), è anche storia delle idee e azione di critica, è selezione di ciò che scegliamo e facciamo, è proprio lo sviluppo contemporaneo delle tecnologie, tutte le problematiche politiche, giuridiche, artistiche, teologiche invece di archiviarla, la filosofia, ne è aumentata la necessità. La filosofia, dunque, è comportamento dell’uomo che non ne può fare a meno di respingerla. Dunque è parte integrante anche della storia dell’uomo e delle sue vicende. Storia e filosofia fondamentali per la nostra società. Questi tre illustri personaggi hanno spinto l’idea della dottrina filosofica a diventare una grande storia, questa grande storia che appartiene e si è migliorata a questi tre illustri personaggi. Aristotele, Darwin e Taine. Risulta viva ancora tutt’oggi, è anche storia, e costituiremo una’allargamento di una nuova storia per far diventare grande il naturalismo non solo letterario ma anche politico.  Il loro pensiero è contemporaneo e per questo l’ho riproposto.

E’ ovvio che di questi tre, ognuno nelle proprie idee, ma che per certi versi condividono i comuni pensieri e le attività di storici, ne scriveremo una biografia singola, dove si rappresenterà tutto il loro operato intellettuale di pensiero e di azione diretta nella costituzione di una nuova società, per dare un valore di eccezionalità, senza precedenti e al di fuori dal comune, a questi illustrissimi personaggi. Aristotele già è stato documentato insieme a tutto il fervido periodo della cultura dell’antica Grecia insieme ad altri autorevoli autori dello stesso periodo. Proseguiremo con pubblicazioni anche su Darwin e Taine, anche loro filosofi prestigiosi.

E’ ovvio che parlare di Aristotele e del suo pensiero costituisce classe di orientamento di tutta la filosofia occidentale, ed ha trasferito tutta la sua fertilità alle varie epoche, dal mondo romano a quello cristiano,  al Rinascimento,  all’età moderna dal ‘600 in poi, al periodo della nascita della scienza e degli approfondimenti scientifici, all’Illuminismo.

Su di lui si è potuto allestire tutto un complesso di operazioni importanti e necessarie, di argomentazioni filosofiche, applicando un metodo sperimentale applicato  al mondo della natura e in tutti i campi dove si esercita l’azione di conoscenza dell’uomo.

Aristotele lo possiamo ancora definire di attualità,  contemporaneo e proprio sul Movimento Naturalista Internazionale, e sulla sua denominazione, Hippolyte Taine coniò la sua conosciuta dottrina ma ovviamente procedendo, toccando i vari approfondimenti, sugli studi darwiniani e oltre.

L’anello di congiunzione è proprio la circostanza che Aristotele seppe mettere a frutto l’esperienza politica che veniva applicata con la storia della Grecia antica e proprio in questo lavoro sicuramente sono state inserite le idee politiche di Darwin sull’evoluzione della specie ma anche la filosofia realistica, quella del Positivismo e la sua stessa diramazione della prima applicazione  del socialismo positivistico con Comte.

Dunque tre personaggi che hanno dato l’impronta e le concettualizzazioni, le idee, il pensiero unico, che ne fa della dottrina naturalista un movimento dottrinario ma che applica anche le leggi naturali e quelle dell’ambiente e di una società in cui si vive ponendo in evidenza leggi e regolamenti sia del loro periodo che di oggi, progressisti e ispiratori conservando anche una parte della tradizione conservatrice mediana.

Dunque il Naturalismo, movimento internazionale, si può collocare (a prescindere dalle leggi elettorali di ogni Paese, bipolarismo, tripolarismo o proporzionale puro o misto, ecc.), o definire sulla scorta che ci viene elargita dalla storia, ripartendo dalla magna Grecia fino alla dottrina di Taine e alla dottrina politica di Darwin e, ovviamente ai filosofi tedeschi che hanno parlato della natura e del naturalismo scientifico, che riscontrando una ripartizione tra democrazia, repubblica e naturalismo e quindi facendo capo rispettivamente al partito democratico, partito repubblicano e movimento naturalista e cioè corrispondenti a Socrate, Platone e Aristotele, con la continuità di questa idea di politica madre fino all’ottocento con l’avvento della dottrina politica di Taine e di Darwin, dove si parlava di un naturalismo conservatore che parte dall’applicazione delle leggi naturali, repubblicano in particolare con Taine  e con i successivi approfondimenti tedeschi, si può concludere che di fatto trovando una giusta soluzione tra le varie collocazioni possiamo definirlo conservatore, repubblicano e, eventualmente, centrista.

Il Movimento Naturalista Internazionale, e anche Repubblica In Marcia, quando  adotterà delle linee guida e dei programmi innovativi per una nuova politica tenendo conto di tutte le idee e dottrine studiate dai grandi pensatori del passato, sicuramente potrà fare la differenza  nel tempo rispetto a tutti gli altri movimenti e partiti. L’ho sempre definito fin dall’inizio come  il “più bello e più completo”, il più ricco movimento di idee, di pensiero, di iniziative e di attività perché, come insegna Aristotele, il Movimento Naturalista Internazionale, nel suo alveo, abbraccia la zoologia, la biologia, la botanica, la medicina, la sociologia, la letteratura, la filosofia, l’arte, la geologia, la giurisprudenza. Insomma la natura, l’ambiente e tutto ciò che le circonda influenzandone in tal modo tutti i loro settori.

“I fondamenti: non è possibile essere una madre perfetta ma una buona madre indubitabilmente. Anche in natura accade”.

Dott. Gabriele Nappi

Presentazione: Naturalismo Ellenico

La filosofia (in greco, φιλοσοφία, l’amore per la sapienza) nasce intorno al VII a.C. nelle colonie greche dell’Asia Minore, dove l’ellenismo sta fiorendo da tutti i punti di vista. Il benessere economico raggiunto da tali insediamenti grazie all’intensa attività commerciale, l’alto livello culturale e, di conseguenza, il senso di libertà percepito permettono al nuovo pensiero di svilupparsi ed espandersi rapidamente.

Uno dei suoi filoni, il naturalismo (in greco, φυσιοκρατία), ha visto i più antichi filosofi greci di Mileto (VII-VI secolo a.C.), dediti alla ricerca di un principio originario e unitario, denominato archè, a cui si potesse ricondurre la molteplicità del cosmos e nel quale trovare la causa di tutti i fenomeni naturali.

In questa opera sotto forma di ebook, ideata da Gabriele Nappi, viene illustrato in modo puntuale ed esaustivo il contributo stesso che vari filosofi greci hanno apportato al pensiero naturalistico: dai magno-greci Parmenide, Zenone e Pitagora, agli ionici come Talete, Anassimandro, Anassimene ed Eraclito, per arrivare a Socrate, Platone ed Aristotele e concludere con i discepoli di quest’ultimo.

Come in tante altre materie, l’apporto degli antichi greci è stato fondamentale per lo sviluppo del naturalismo rinascimentale e poi quello contemporaneo. Autori quali Charles Darwin trovano nel naturalismo il fondamento del loro pensiero, senza dimenticare Giovanni Bovio, fautore del naturalismo matematico.

Figlio del naturalismo è il Movimento naturalista, nato nel Settecento in Francia, il quale si esprime inizialmente sotto forma letteraria per poi evolversi con Hyppolite-Adolphe Taine, principale teorico del naturalismo francese, sotto il punto di vista politico.

A nome della Comunità Ellenica di Napoli e Campania, desidero complimentarmi con Gabriele Nappi per il suo lavoro scrupoloso ed appassionante il quale dimostra ancora una volta l’inestimabile contributo che gli antichi greci hanno dato al pensiero umano ed, in particolare, alla cultura occidentale. Tale opera non poteva che provenire da un figlio della Magna Grecia.

Paul Kyprianou

Presidente

Comunità Ellenica di

Napoli e Campania

Presentazione:  Naturalismo in marcia

Gabriele Nappi, è nato a Nola il 25 giugno 1961 nella domenica di San Paolino della Festa dei Gigli a Palazzo Masullo nolano DOC, da padre nolano e madre carditese, ha studiato, alle elementari presso le Suore della Pace a Nola, successivamente presso il Seminario Vescovile di Nola. Sposato la Domenica delle Palme nella Chiesa di San Francesco da Paola di Scafati del Vescovato di Nola.  E’ cresciuto vicino ai suoi parenti: lo zio Maestro Prof. Giovanni Salvatore Nappi 1906(diplomatosi nel 1921 al Conservatorio di Napoli San Pietro a Majella, nel periodo in cui direttore era Cilea il naturalista-verista e quando la musica era Politica), al Dott. Alfonso Maiorano, Direttore Sanitario ospedaliero Salerno, Cava de’ Tirreni, con sette lauree, Professore di Igiene all’Università di Medicina a Salerno e Componente del Consiglio europeo della Sanità, al Dott. Carlo Muto (direttore regionale entrate della Lombardia), al Dott. Angelo Bisesti (direttore regionale entrate Emilia Romagna), al  Dott. Pasquale Carpenito (direttore regionale Entrate Campania), al Dott. Giuseppe Russo Vicedirettore generale Imposte Indirette Roma, al Dott. Umberto di Vico direttore generale al contenzioso Roma, al Dott. Luigi Nastri Dirigente regionale Entrate Campania, alla famiglia Masullo (letterati, filosofi, avvocati, proprietari del Banco di Nola), al Prof. Vincenzo De Falco (presidente del distretto scolastico Nola-Afragola), all’avvocato Nicola Nappi (sindaco, con studio legale a Napoli Piazza De’ Martiri), al Prof. Raffaele Iorio docente di Lingua e Letteratura Francese all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

Fin da giovanissimo si è impegnato nell’associazionismo cattolico e culturale dimostrando la sua vocazione di leader, di giovane straordinario.

Ha sempre dato impulso a nuove iniziative sociali e sportive.

Laureatosi in Scienze Politiche, con piano sociale-economico, con tesi di Laurea sulla Teoria del Potere della concezione russelliana, dall’analisi del concetto del potere considerato come fondamento della scienza sociale, ancora contemporanea, che estende i metodi della psicologia scientifica allo studio del potere, dalle sue forme e dai suoi mutamenti, oltre all’osservazione sperimentale diretta si giova dell’osservazione attraverso la storia, analizzando determinati periodi storici e mettendone in rilievo la tipicità dalla quale sono desumibili le leggi del comportamento umano con particolare riferimento al concetto di democrazia. Ha frequentato la Scuola superiore di Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri a Caserta, ha collaborato con la cattedra  di Filosofia della Politica del Prof. Gino Capozzi presso l’Università di Bari Aldo Moro Facoltà di Giurispudenza e di Napoli Federico II Facoltà di Scienze Politiche.

Ha istituito un giornale on line ScienzaeNatura. E’ prossimo giornalista. Ha ripreso e fondato il Movimento Naturalista Internazionale e con tale movimento ha registrato il proprio simbolo al Viminale allorquando ha presentato una lista al Senato per la Regione Puglia alle politiche del 2013.  La sua vocazione per la politica è innata e, con la sopraggiunta esperienza, è commisurata alla vocazione del Movimento Naturalista oggi confermato. 

La riscoperta e i successivi approfondimenti da me fatti sul Movimento Naturalista hanno origine proprio da queste basi musicali e culturali. Il Naturalismo-Verismo  nella musica e, soprattutto,  gli anni che vanno dal 1920 al 1935. Anni nei  quali questa corrente musicale contava in sé grandi interpreti come  Mascagni, Leoncavallo, Puccini, Giordano, Cilea e il francese Debussy. Da queste indicazioni, che mi furono trasmesse e documentate da mio zio Giovanni Salvatore Nappi, sono poi arrivato ai miei spunti e approfondimenti politici e filosofici con Giovanni Bovio e  Francesco De Sanctis. L’uno per le teorie filosofiche, perché insegnava filosofia del diritto e l’altro per gli aspetti letterari, tutti concentrati su Emile Zola. Lo spunto per gli ulteriori approfondimenti mi venne quando mi incuriosì e mi subentrarono dubbi su un lavoro di Giovanni Bovio che rimase incompiuto, un libro sugli approfondimenti del Naturalismo. Ed ecco che nella mia contemporaneità, da questi approfondimenti partiti da quel tipo di musica e cultura, attraversando la filosofia e la letteratura di Emile Zola, vista da questi due grandi personaggi  il barese Bovio e  l’avellinese De Sanctis, sono giunto alla conclusione con la figura di Hippolyte Taine e con la sua dottrina sul naturalismo come concetto filosofico, politico ed dottrinario. Anche se poi in tutto questo va da dire che non è mai riuscito ad emergere come movimento politico rivolto a una espressione di voto e di condivisione popolare.  Riprendo in questo libro “Il privilegio di essere eredi” l’origine di tutto quello che poi sarà l’evoluzione del movimento. Proprio perché il Maestro Giovanni Salvatore Nappi condivideva la corrente musicale del naturalismo-verismo con tutti i suoi personaggi musicali. D’altra parte era anche il suo periodo, spaccato culturale, la sua contestualità storica che in quel momento era molto fulgida e seguita a livello nazionale che in questo libro riporto, un libro unico nel suo genere.  Molti di questi musicisti erano anche attivisti politici della politica nazionale di allora, con questo libro  è stata ripresa tutta la storia delle bande musicali dei maestri e degli autori di un’area della provincia di Napoli che diedero lustro e importanza a questo storico movimento culturale e musicale. Tra questi c’era appunto anche mio zio. In questo periodo il Conservatorio San Pietro a Majella, ricordo che era l’unico conservatorio rappresentativo per il sud Italia e in quel periodo c’era come direttore il calabrese Cilea, era l’espressione del naturalismo. L’importanza di questo Conservatorio era proprio nel fatto che attraeva agli studi musicali tutti gli studenti del sud Italia ed aveva predisposizione non solo culturale e musicale ma anche politica. Attraverso la musica si esprimeva anche l’attaccamento allo Stato e alla giovane Italia che si stava formando.

Dott. Gabriele Nappi

Premessa: Viaggio in Francia

Con questo DVD si vuole porre, in modo diretto, un’attività, le attività di conoscenza e divulgazione del Movimento Naturalista Internazionale, attraverso la mia programmazione televisiva di Repubblica In Marcia e Naturalismo In Marcia. L’inizio, per far capire cos’è il Naturalismo, è fatto partendo dagli argomenti tipo i parchi e le attività connesse come l’integrazione, la società, la sostenibilità ambientale e urbanistica che sono argomentazioni insite proprio nel termine naturalismo, per poi proseguire anche con le attività connesse di sport, natura e di ambiente. La protezione civile come parte integrante del territorio per la tutela e la prevenzione. Mentre la ricerca filosofica è iniziata con la ricerca e gli approfondimenti su Giovanni Bovio, sui suoi studi sul naturalismo e su Zola ma che non completò data la sua prematura scomparsa, oggi sviluppati come ipotesi dal sottoscritto. Poi passiamo al viaggio. E’ il primo viaggio che facciamo in Francia ne seguirà uno in Grecia e uno a Berlino, per completare e per far comprendere in modo conclusivo cosa era, cos’è e , magari, come sarà il Movimento Naturalista Internazionale. La sua fonte: è la storia. Un movimento recuperato, ricostruito e riproposto. E’ ovviamente documentato visivamente il nostro viaggio in Francia e la nostra attività. Ma questa è come premessa al DVD ed è ovvio che si vuole far comprendere che il Movimento Naturalista Internazionale è però anche parlare di altro come politica dei parchi, di attività sportive all’aria aperta e di tutto quello che si avvicina alla natura. Oltre  a parlare anche  della fonte normativa, quale è il giusnaturalismo, nella storia e nelle attività giuridiche. Questo viaggio in Francia testimonia che siamo andati soprattutto a Nizza dove abbiamo visitato una scuola internazionale di politica ma siamo andati anche dalla nipote di Hippolyte Taine che è come sappiamo il creatore della dottrina del naturalismo e abbiamo visitato la casa museo. Il DVD riporta le foto, i video, le interviste e le registrazioni che sono state fatte durante il viaggio come scoperta dei luoghi francesi dove si è parlato di natura e di naturalismo, nella storia, sotto più profili da quello letterario, a quello filosofico, a quello politico.

                                                                                     Gabriele Nappi

Prefazione: La natura nella visione dottrinale della filosofia tedesca

Nel contesto delle prospettive filosofiche che si sviluppano in Europa tra il ‘700 e il ‘900,. Si può osservare che viene a prodursi una sorta di predisposizione nazionale che si articola secondo prevalenti indirizzi di pensiero. Per effetto di ciò è possibile attribuire alla tradizione filosofica italiana una decisa propensione verso gli studi di carattere storicistico che si sviluppano da GiovanBattista Vico e dal Muratori Gino a Croce.  Allo stesso modo in Germania una prospettiva di carattere razionalistico si proporrà come motrice delle linee di ricerca, che muovono dal pensiero di Leibniz giungendo fino agli esiti delle posizioni idealistiche. La tradizione inglese sviluppa il tema dell’empirismo, facendo leva su una concezione forte, della consistenza oggettiva dei fatti, cosa questa che finisce con trovare spazio anche nel pensiero francese, che da una natura razionalistica cartesiana, saprà giungere fino alla formulazione del positivismo ottocentesco. All’interno di questo quadro emerge fondamentalmente un dato che possiamo indicare come il punto di riflessione che viene compiuta sull’idea di natura.

Stabilite le differenze razionali e delle metodologie di pensiero che ne ispirano, possiamo renderci conto come questa idea di natura, si presenti diversamente, emergente, di caso in caso, così da assumere un rilievo più marcato nel pensiero filosofico francese e inglese che non in quello italiano e tedesco. Ciò non vuol dire, ovviamente, che la filosofia italiana e quella tedesca escluda dal proprio orientamento il tema e la problematica della natura, ma è necessario sottolineare che in questo contesto specialistico, italiano e tedesco, la natura costituisce l’ambito della esperienza umana. Nell’empirismo inglese, e lo sperimentalismo razionalistico francese, consentano di attribuire alla natura, una sua prospettiva più acutamente ideologica, facendone non il semplice teatro delle vicende umane e quindi come vuole la prospettiva idealistica una condizione depotenziata dello spirito, ma il fulcro della vita stessa e della storia, accreditando così una visione della natura come naturalismo. Appare evidente, a questo punto che aver conto della natura, significa prenderne in considerazione l’opportunità di renderla il centro vitale della storia dell’uomo e che ciò non può non discendergli che in una prospettiva di naturalismo che diventa ispiratore di orientamenti comportamentali dell’uomo non debba assumersi la convinzione di un pensiero politico che sulla scorta del naturalismo si modelli e si orienti. Non vi è dubbio che pensatori vari, anche in ambito idealistico, abbiamo compreso molto bene il significato centrale e ideologico che la natura era in grado di assumere, anche se resta tutto aperto il tema dell’accertamento storiografico e critico di individuare all’interno dell’evoluzione di pensiero di ciascun filosofo, quale sia stato il peso effettivo che ciascuno di loro ha inteso conferire alle dinamiche naturaliste. E’ una sillogia di spunti di pensiero sul tema della natura e del naturalismo all’interno della filosofia tedesca. E’ giusto …….

All’interno della filosofia dello spirito, che costituisce il campo di vasta proporzione entro cui vanno a collocarsi i nuclei speculativi storicistici ed idealisti, si può osservare come il tema della natura non costituisce un aspetto marginale ed accessorio ma piuttosto un aspetto decisivo nelle dinamiche della dialettica che definisce le singole articolazioni compiute da ciascun pensatore. Dalle premesse ottocentesche di ordine idealistico del pensiero hegeliano nelle sue articolazioni di destra e di sinistra si giunge al pensiero del ‘900, che facendo tesoro anche della sensibilità di filosofi come Kierkegaard, Schopenauer e Nietzsche, giunge alle formulazioni che vengono rese da Hussell e da Heidegger, pervenendo infine a Jonas con il quale il tema della natura, che era rimasto in qualche modo in sofferenza, trova la sua opportunità di modificare tutta la centralità che merita la sua esplicazione, come perno fondamentale intorno al quale si sviluppa la vita contemporanea e che vale a focalizzare quelli che possono essere i motivi centrali di una visione filosofica, che sappia calarsi anche all’interno degli aspetti pratici e teorici della realtà sociale e politica.  Dunque la filosofia come scienza dell’anno, non solamente speculativa rivolta al miglioramento della condizione sociale.

Prof. Rosario Pinto

Già Docente Accademia Belle Arti

Napoli e Catanzaro

PRESENTAZIONE: Letteratura ed arte della natura

Trattazione schematica e concisa, ma pregnante e completa, quella che ci accingiamo a presentare. Un’analisi puntuale e dettagliata della genesi storico-sociale e intellettuale delle varie forme di naturalismo che si diffondono in Europa nella seconda metà dell’800-.

E’ evidente a tutti ed ampiamente chiarito che gli avvenimenti del 1848 contribuirono in tutta Europa a determinare la crisi del primo idealismo romantico. In particolare, in Italia, la crisi divenne profonda nei decenni immediatamente successivi all’Unità d’Italia, allorquando la classe politica e il ceto dirigente parvero inadeguati alle nuove esigenze della Nazione.

Certamente non si può spiegare l’avvento del Naturalismo e la tendenza al vero solamente come delusione e disincanto rispetto all’idealismo romantico. A questo motivo generale vanno aggiunti la radice politica e la ragione sociale.

La Nazione soffriva di divisioni profondissime tra le classi sociali che la componevano: da una parte la vecchia nobiltà che veniva perdendo le proprie posizioni egemoni,  all’interno del contesto economico e politico, e veniva assimilata nella borghesia imprenditoriale, dall’altra la borghesia vera e propria che si trovava di fronte a problemi sociali complessi e diversificati da Nord a Sud.

Da un lato i contadini, in una condizione di forte arretratezza, dall’altro il proletariato operaio, specialmente nelle città, che veniva acquisendo coscienza consapevolezza di sé e della forza, che di lì a non molto, avrebbe mostrato nel movimento operaio.

A questo si aggiungano le differenze di condizioni economiche e sociali tra le regioni centro-settentrionali e quelle meridionali.

I fattori politici e sociali, fin qui esaminati, diedero certamente un duro colpo al culto degli ideali romantici, ma fu la scienza a generare un drastico cambiamento degli orientamenti spirituali e intellettuali. In tal senso l’ampio spazio dedicato, all’interno del lavoro che presentiamo, alla teoria di Darwin non vi sembrerà eccessivo, ma piuttosto pertinente e significativo nel tentativo, peraltro riuscito, di interpretare nella maniera più corretta possibile questo periodo storico-letterario. Perché è intrinseco nella dottrina del naturalismo come era intrinseco il positivismo sociale di Comte, padre del socialismo internazionale. E che oggi è contemporaneo perché la natura, la Terra, la sociologia hanno bisogno della scienza.

L’uomo non è creatura libera, dominatrice della natura e della storia, ma è creatura “determinata” da fattori cui non gli è possibile sottrarsi. L’uomo va studiato come qualsiasi altro fatto della natura, esaminato nella sua sola realtà che è quella fenomenica, cioè come complesso di fattori ambientali,  biologici, sociologici. L’uomo si ritrova “creatura tra le creature, elemento di natura, soggetto alle sue leggi”. La letteratura, come anche la filosofia e le arti, accolgono questo afflato traducendolo in rifiuto del fantastico, del sentimentale, del soggettivo in Naturalismo (derivativo del Realismo) e cioè nella rappresentazione oggettiva delle forze e delle leggi della vita e della vita sociale. Si tratta di materie animate da una “funzione sociale”, che collabora con la politica e le scienze sociali, specialmente nella rappresentazione delle plebi e del proletariato che inizia in questo momento storico a rivendicare una vita civile.

In questa direzione si era mossa sicuramente la narrativa realistica in Italia, dove il Verismo ebbe una rilevante funzione sociale in quanto promosse la conoscenza delle plebi del Mezzogiorno, dei residui feudali e delle diverse condizioni sociali ed economiche esistenti nella Italia unita.

In Italia il Naturalismo si disse appunto Verismo. Non si trattò di un semplice mutamento verbale, ma di una sostanziale reinterpretazione del principio del realismo e del naturalismo francese. Il Verismo attenuò il principio della impersonalità: la tensione narrativa non ebbe la freddezza dell’inchiesta sociale, ma volle offrire l’immagine intensa del mondo popolare, calandosi nei suoi valori arcaici, aprendo campi vastissimi alle innovazioni e alle sperimentazioni linguistiche.

Verga stesso riteneva: “Il predicato uso del vocabolario è falso, perché il valore d’uso non vi si può imparare. Ascoltando, ascoltando si impara a scrivere. E da questo deriva la mia teoria dello stile …. Lo stile non esiste fuor dell’idea … esso deve adattarsi all’idea, deve vestirla, investirla … Alcune forme di periodo fisse, apprese da alcuni classici, applicabili a tutte le idee, sono mortali allo stile” (G. Verga, in Ojetti: Alla scoperta dei letterati).

Se le condizioni della Sicilia nella seconda metà dell’800 stimolarono la narrativa verista, in altre zone del Mezzogiorno si sviluppava una narrativa forse meno vigorosa, ma comunque incline a osservare la realtà locale e a metterne in risalto l’irriducibilità a un modello nazionale unitario.

Notevole impegno nell’analisi della realtà sociale, è doveroso ricordarlo, fu profuso da Matilde Serao che nel “Ventre di Napoli” (ripreso dal Ventre di Parigi di Emile Zola, un libro di grande successo) rappresentava la realtà della Napoli a lei contemporanea (come lo era in quel periodo storico in Sicilia), nei suoi caratteri circostanziali: una città fitta di personaggi in lotta per la sopravvivenza, ritratti in luoghi oscuri e affollati. E, infatti, questo era il vero Naturalismo napoletano.

La spinta e la funzione sociale della letteratura naturalistica approda e si completa, ma non si esaurisce, in Russia con le connotazioni però più verso l’Umanitarismo.

Dopo i fatti del 1905, Tolstoj dichiarò di sentirsi “avvocato di 100 milioni di contadini”. Nel 1906 scrisse: “ sono persuaso che questa rivoluzione avrà per l’umanità conseguenze più importanti e benefiche della rivoluzione francese”.

La fama internazionale di Tolstoj e l’impatto che aveva avuto per il movimento operaio nel periodo precedente e immediatamente successivo alla rivoluzione del 1905 fu colta subito da Lenin che definì l’autore russo “lo specchio della rivoluzione russa”, aggiungendo che seppe descrivere lo stato d’animo di quelle masse contadine che, pur odiando i padroni, non “ sono ancora arrivati” ad una consapevole e spietata lotta contro di loro.

Il passo che l’opera di Tolstoj rappresenta sulla via della letteratura mondiale consiste in uno sviluppo del naturalismo (realismo). Tolstoj riprende e sviluppa le tradizioni del grande realismo europeo e lo fa in un momento in cui in Europa il realismo è già tramontato e le correnti letterarie che lo hanno travolto dominano in tutto il continente. Tolstoj non va dimenticato che parte dal positivismo-socialismo di Comte, dove sia lui che Cekov nella loro letteratura e nei loro scritti pongono l’uomo come fatto sociale e la natura). Il Realismo è iniziato dopo il Romanticismo ma successivamente è stato assorbito dal Naturalismo.

Un successo internazionale così duraturo non si potrebbe spiegare se i seguaci delle diverse correnti letterarie non avessero trovato preziosi punti di contatto tra le opere di Tolstoj e le proprie idee. E’ evidente, dunque, che nel successo di Tolstoj in Occidente gli aspetti visionari e reazionari della sua arte hanno avuto una grande importanza.

Prof.ssa Elvira Di Nola

RSU UIL

Segreteria Regionale

SCUOLA RUA

Napoli e Campania

Presentazione: Letteratura ed arte della natura

Come un chirurgo preciso e attento analizza i generi letterari dalla seconda metà del secolo XIX ai primi decenni del secolo XX.

La fluidità discorsiva ne rende agevole la comprensione favorendo il raccordo interdisciplinare con filosofia, sociologia, arte, psicologia e contesto storico.

Il testo può definirsi “aperto” in quanto richiama di continuo la collaborazione del discente attraverso le rubriche: “ Mi offro io”, “filmati riepilogativi”, “mappe concettuali” e “confronti tra le varie correnti letterarie”. Tali percorsi, ben si armonizzano anche con le materie scientifiche per comprenderne “il metodo sperimentale” attraverso l’evoluzione darwiniana, gioiosamente illustrata mediante un video filmato sul pensiero e la  biografia di Charles Darwin.

I vari percorsi letterari: “naturalismo, verismo, scapigliatura, realismo, umanitarismo”, offrono informazioni essenziali,  modelli di critica e di commenti, collegati secondo un piano organico, lasciando però, anche al docente ed al discente, la più ampia facoltà di creare e di organizzare, per proprio conto il testo, trasformandolo in uno strumento da adottare e da adoperare.

Il saggio presenta  un livello di comunicazione che non esclude alcun tipo di lettore, proprio perché mira alla “centralità della lettura”. La presentazione esplicativa è affidata alle introduzioni ed alle annotazioni che mirano a “spiegare”  in forma sintetica il percorso al proprio interno, favorendone l’acquisizione.

In un momento in cui la cultura sembra attraversare un crisi pericolosa in tutti gli ambiti, con il rischio di alimentare esiti assai gravi nella coscienza “civile” delle nuove generazioni, l’opera di Gabriele Nappi,  vuole essere un invito ad amare la nostra letteratura e il nostro Paese, a comprenderne il valore irrinunciabile di una tradizione che, dal passato storico alla società presente, si proietti sempre più verso un orizzonte europeo e mondiale.

Anna Maria Farricelli

Docente di materie letterarie

Scrittrice

Diploma di merito “Poeta Federiciano”

Prefazione: Dal Naturalismo aristotelico agli sviluppi politici di Gabriele Nappi

L’ebook che viene presentato ripropone in veste nuova tanti autori del naturalismo, della natura e relativi studiosi. Molto arricchito e completo, un lavoro unico nel genere incontrando tutte le varie epoche storiche del nostro tempo dai secoli addietro, con semplicità di linguaggio, la chiarezza delle definizioni, l’abbondanza della documentazione (molte risalgono a libri che sono presenti nella biblioteca del Senato e della Camera a testimonianze che hanno anche un grande valore politico). Non è un libro di letteratura, non è un libro di filosofia, non è un libro rivolto a uno specifico periodo storico ma è un libro su un percorso di vita e di approfondimento di tanti autori sulla natura e sul naturalismo, o che hanno trattato idee filosofiche, letterarie, sociali, idee ambientali e scientifiche considerando tutto quello che è insito nelle leggi,  nella natura e nella sua scientificità. Superando le loro correnti filosofiche o letterarie del loro periodo di appartenenza (ad esempio Umanesimo, Illuminismo, Romanticismo, Umanitarismo, Decadentismo, ecc.,) ma evidenziando, riprendendo tutti quegli autori filosofi, letterati ma anche poeti, scienziati e scrittori che hanno parlato della letteratura, della filosofia , dei poemi e degli scritti sulla natura. A prova di ciò e a dimostrazione  che tanti si sono dedicati allo studio, alla conoscenza, alle scoperte della e sulla natura. La natura vista come parte integrante dello studio non solo dell’uomo ma  anche delle sue meraviglie e delle sue avvincenti scoperte. Questo libro ha come risvolto e fine quello politico, sociale e ambientale perché molti di questi autori hanno fatto politica o hanno proposto idee politiche, proposto idee di stato e di leggi naturali intersecandole con filosofia e letteratura. Sicuramente non è un libro agile e non conoscibile, tangibile a cui si perviene con facilità di lettura ma un volume su gli autori collegati l’uno con l’altro nel tempo e nella storia,  che dal passato ad oggi hanno trattato questi argomenti e sono tantissimi. Tutti sono stati influenzati dalla natura, dalla scoperta, dalla scientificità nel senso più largo del termine. Una enciclopedia del naturalismo e della natura e degli approfondimenti naturali? Potrebbe intendersi anche in questo modo.

Ma in un’epoca di grande populismo  questa opera è anche concepita e modellata per la scuola d’elitè che può eventualmente scorporare la questione politica e che può adeguatamente rispondere alle esigenze di un’epoca di transizione qual è l’attuale (anche in riferimento all’attuale situazione politica di governo, unica indicazione politica al mondo – elezioni 2018 dove sono presenti governi populisti ma per far ritorno ad una politica tradizionale).  Tutti siamo debitori alla Grecia, di qualcosa, oggi se esiste il pensiero libero e laico-occidentale è grazie ai filosofi, matematici, architetti e generali dell’antica Grecia. Prima del cristianesimo e del medio evo, molto prima di Galileo, i matematici e astronomi greci avevano già una visione copernicana del sistema solare e solo dopo Copernico, e ancor prima con Giordano Bruno, l’avevano considerata, l’avevano calcolata che la luna fosse tre volte più piccola della Terra, conoscevano la bellezza e il gusto. E tutti i grandi intellettuali hanno ampliato, influenzato e implementato con le loro teorie, ipotesi, scritti donandoci la civiltà di oggi forse molti altri autori del passato lo hanno riconosciuto e noi non lo riconosciamo in modo adeguato e pensate che siamo a circa cinquecento anni avanti Cristo e la politica che si adottava è simile a quella di oggi, con partiti e idee, ma solo nel Seicento si affacciò con Campanella e Giordano Bruno una politica utopistica con “la città del sole”. Si opposero agli eserciti persiani numericamente superiori e meglio armati, sconfiggendoli fermando l’avanzata di quella cultura dell’Islam in Europa, con il susseguirsi degli anni ci hanno provato ancora in molti modi anche perché non accettarono che il periodo costantiniano abbia sostenuto con Roma e a Roma il cristianesimo, e provano sempre a ribaltarlo. I greci hanno colonizzato il Mediterraneo creando città meravigliose, posizionandole tutte in pianure e con affaccio e sguardo sul mare. Senza la Grecia non esisterebbe la nostra civiltà e oggi forse c’è un istinto di viltà che non è comprensibile e non è condivisibile, c’è bisogno di riconoscere meriti e pregi a una civiltà che oggi è in difficoltà ma non viene meno la loro genialità.  Si parla di “crisi” della filosofia,  ma se la filosofia è scienza dell’uomo e del suo mondo intellettuale,  non si può ignorare la sfera politico-sociale, nella quale l’uomo si viene formando ed impegnando. Ma di crisi può considerarsi un certo tipo di disciplina sistemica, trascendentale, lontana e staccata dal mondo reale del quotidiano: mentre dall’altra parte si conferma come asse portante del “scienze umane” e più viva che mai, anzi, presente in ogni aspetto della vita e della cultura. Dunque atteggiamento politico sociale consolidatosi nel costume, mode culturali, come populismi ecc., filoni ideologici, chiamano in causa, ad ogni momento, concezioni e dottrine tratte  dai più tradizionali sistemi, (ad esempio dottrina naturalista oppure altre dottrine socialiste, comuniste, liberali, repubblicane,  ecc.-). Tanto che il linguaggio filosofico, anche se talvolta, superficialmente inteso o distorto, è entrato a far parte del patrimonio linguistico comune, basta vedere facebook, twitter, internet, ecc., la vastità di citazioni filosofiche comportamentali, sociali, economiche, ecc.-, ed io sono “nato” con facebook, twitter e dunque c’è la contemporaneità della filosofia e dell’informatica. La filosofia dunque riaffiora, cioè, attraverso connessioni, variamente articolate accogliendo nelle sue problematiche temi e argomenti che un tempo le erano totalmente estranei,  ma che oggi si divulgano sempre di più per le vie telematiche. Così la filosofia ha invaso la nostra vita. La filosofia per “imparare a stare al mondo”. Essa dimostra come la filosofia sia in grado di modificare il nostro sguardo, dilatando i confini del nostro piccolo mondo e insegnando a fare della vita un’occasione di felicità. Dunque, più di tutto bisogna saper ragionare perché comprendere il “punto essenziale” è la nuova sfida nell’epoca dei motori di ricerca, la capacità di fare collegamenti tra diverse fonti di informazione e più importante della conoscenza stessa, “si può sempre imparare a leggere un bilancio, più difficile imparare a capire la vita, le cose al volo”. C’è dunque bisogno di una maggiore richiesta di orientamento nella vita, di comprensione.  Fino a molto tempo fa c’erano riferimenti solidi: il partito, la storia, la religione,  la famiglia, il successo, il lavoro, tutte realtà che stanno svaporando. C’è bisogno quindi di approfondimento e di incontri in cui si parla di filosofia per aver bisogno di orizzonti più ampi e poi c’è la scarsità di relazioni autentiche che possono facilitare la comprensione di ciò che siamo, le relazioni sono quasi sempre strumentali, la filosofia non insegna dunque ad essere efficaci, bravi, seri, giusti. Insegna ad essere.  Essere noi stessi per quel che siamo, per capirci, per migliorarci, per relazionarci in modo più vero. E allora mi domando se il mestiere del filosofo è considerato caos nel presente, se una scienza o meglio la scienza dello studio dell’uomo è in declino, perché riempie internet, piazze, festival storici e di pensiero? Bisogna star dentro a queste nuove tensioni, capirle, plasmarle e combatterle. E questo lo può fare solo uno storico, un filosofo che comprendono lo stato della felicità e dell’equilibrio. Dunque una rivoluzione naturalista? Lottare conto il male pensando alle leggi naturali? Il pensiero dovrà fare il mestiere di pensare, capire, il non precipitarsi da una parte, il non lanciare anatemi, comprendere il senso letterale e la natura delle cose, quanto più possibile. Etica e filosofia, forse quindi, ci salveranno dalla crisi e possono rilanciare il valore del sapere umanistico, possiamo anche aggiungere che a tutte le soluzioni che abbiamo prospettato conta saper fare le ricerche come il maestro di Aristotele sulla scia di Socrate, che concepì la dialettica, cioè la discussione affrontando tutti i temi più alti e gravi intorno a tre unità concentriche: uomo, stato e cosmo. Oggi questi tre concetti si stanno diluendo nel tempo, l’uomo, gli stati e i partiti (vedesi populisti) e il cosmo come mancato rispetto per la natura e le sue specie, come per i mammiferi dei mari la cui morte è causata dall’eccesso della plastica. La filosofia come fonte di ragionamento, discussione, confronto. E non ci deve far paura governare stato, partiti, natura e uomo. La filosofia si alimenta di rapporti interdisciplinari e assume, coma ha fatto la scienza, i concetti di relatività e cambiamento sotto l’esigenza propulsiva di una visione dialettica del conoscere. Così, alle tradizionali concezioni sistemiche enunciate prima tra parentesi liberismo, naturalismo e socialismo, si sono aggiunte le più recenti indagini dell’antropologia culturale, della sociologia, della psicanalisi, ecc.-, ognuno nella sua sfera di competenza. Appare chiaro che, anche gli atteggiamenti più innovativi non possono rinnegare la loro matrice primitiva, risalente a quei valori assoluti conservati dal pensiero classico, di cui, sia pure in forma rivoluzionaria,  per il loro periodo,  nei loro tempi, costituiscono  il logico e consapevole proseguimento. C’è l’intento di stimolare la curiosità dei lettori ma anche e soprattutto avviare alla corretta coscienza che il naturalismo, la natura, la società,  e  in quest’ultimo l’uomo integrato in essa. Con le sue leggi e con la contestualità del nostro comportamento. Lo affermava anche Kelsen. Non meravigliatevi di trovarvi temi o questioni filosofiche ad personam o sul sociale in modo specifico, ma solo lo studio e il pensiero e le scoperte fatte man mano, riconoscersi e riprendersi di idee tra gli autori, nel  tempo e nei secoli dal termine greco “fisica” al termine natura (evoluzione – movimento) e le sue scoperte di pensiero e scientifiche, storiche nel nostro mondo perché pur essendo patrimonio vivo della quotidiana cultura, quale ad esempio il diritto, l’economia, la sociologia, la politica non esclusa quella delle correnti dominanti. Ma questa è quella dominante, è quella che è e sarà dominate rispetto a tutte le altre, perché come detto prima, la filosofia è la scienza dell’uomo e del suo mondo intellettuale, e non può ignorare la sfera politico-sociale nella quale egli vive formandosi ed impegnandosi. Questa è a mio avviso la corrente di pensiero dominante rispetto a tutte le altre umanesimo, illuminismo, romanticismo, esistenzialismo, decadentismo, ecc-. Dunque chiarisco che questo lavoro è stato fatto secondo un criterio rigoroso rispettando l’esattezza storica, l’obiettività, la libertà di critica nella piena coscienza di aver lavorato nell’esclusivo interesse del lettore. E’ mio augurio che possa incontrare politici interessati e non solo, anche un pubblico scolastico e d’elitè, che voglia veramente capire tutti i personaggi che hanno parlato di natura e naturalismo, di dottrine, di ideali e per le loro conoscenze, per le loro scoperte che ci hanno donato e che in questo ebook  sono state riportate in modo unico e singolare. Questo lavoro, e questo titolo unico “ Dal naturalismo aristotelico agli sviluppi politici di Gabriele Nappi” (in genere nel titolo non si mette il nome dell’autore) sicuramente gli è stato dato non per dimostrare un atto di presunzione ma si tratta solo di una realtà di lavoro finalizzata al contenuto politico, di programma e indirizzato al voto nella sua esclusività. Ma soprattutto  è indirizzato verso un pubblico fatto di politici e in parte ad approfondimenti culturali personali di istruzione superiore. Non mi è stato possibile intervenire su ogni argomento filosofico e scientifico degli oltre duecentocinquanta autori studiati e posizionati in ordine cronologico, e me ne scuso se qualche autore manca, ma l’orientamento filosofico-scientifico riguardante l’aspetto della natura e il  naturalismo è quello che è posto in evidenza è la parte politico-sociale con l’etica, mantenendo integrali Socrate, Platone e Aristotele. Aristotele è di attualità nonostante il mutare dei tempi e i progressi del sapere. E’ da lui che nasce una corrente di pensiero e la conoscenza filosofica del naturalismo, costante nella storia del pensiero di tutti gli autori passati in rassegna ma anche in altre discipline nella scienza, nell’arte, nella cultura in genere, è ovvio che la parte storica di ogni autore era giusto inserirla,  è  ovvio che mi soffermo più specificamente su Socrate e Aristotele. Uno in particolare per la sua concezione della democrazia, il suo movimento e partito democratico e l’altro sul movimento naturalista. Entrambi comunque parlano di naturalismo ma è ovvio che gli approfondimenti sono tutti riconducibili ad Aristotele, poi c’è Platone con la sua repubblica. Un ebook dal quale si può attingere e approfondire altri argomenti per la sua grande vastità culturale, la più grande e vasta corrente di pensiero, che ancora tutt’oggi ha adepti,  rispetto all’umanesimo, al rinascimento, all’illuminismo, al romanticismo, all’esistenzialismo, decadentismo, ecc., e l’ unico movimento letterario che è sfociato in politica, perciò l’ho definito fin dall’inizio (perché sapevo di giungere fin qui a quest’ultimo ebook) “il più bello e più completo” e  in queste ultime correnti sono raccolti  pochi e grandi pensatori, perché tutti gli autori del naturalismo,  hanno voluto comprendere la natura. Il mondo, può capirlo, e tutti intendo filosofi, letterati, scientifici, matematici, biologi, chimici, fisici, artisti in tutte le discipline, storici, perché tutti questi personaggi di questa corrente di pensiero, e non solo, sono dei visionari, predicono il futuro anticipando i tempi, e così costruiscono la storia, volendo proteggere e tutelare, con al propria coscienza, conoscenza e personale esperienza, esprimendosi, divulgando e tutelando le progenie e le generazioni successive per la migliore possibilità di vita ad ogni costo, come lo è la natura degli animali, perciò sono tanti.  Dargli sempre credito culturale è un atto dovuto e di crescita individuale, un riconoscimento di imparzialità e ringraziamento, tutto si rende possibile quando c’è la volontà. I politici, dall’origine della cultura accreditata, oggi si sono interrogati e devono interrogarsi sulla realtà nel nostro mondo, sulle esigenze e difficoltà dei popoli,  volgendo lo sguardo al sociale, all’economico, al finanziario, alla loro posizione geografica sul clima e sulle sue conseguenze e relativi confronti perché esso influenza tutto, l’economia, le società, ecc-, e soprattutto sulla conservazione e tutela di tutte le specie. Accettando, magari, anche le loro provocazioni, e magari anche usando modalità e sistemi contraddittori voluti, strategie di linguaggio e di idee fino ad arrivare alle provocazioni, ma che rientrano nello studio e nella discussione, nell’alternanza delle idee e dei fatti, che servono se si vuole passare alla storia. Sono motivi di approfondimento, sono motivo di dubbi e, provocazione e dubbi, fanno sì che nasca la conoscenza e l’accettazione di essa stessa e della realtà.  La nostra storia, la storia del mondo per capire, per capirsi, per conoscere, per migliorare, per attingere; e da dove attingere se non dal nostro passato.  Gli ulteriori approfondimenti spettano ai professori, ai cattedratici, agli insigniti per la divulgazione, al tecnicismo filosofico e alle differenze di pensiero tra gli autori. Resta il mio impegno per la politica che assorbe già tempo e pensiero organizzativo, proporrò sempre scritti utili, non dibattuti, di ricerca dove c’è la giusta sinergia tra politica e cultura. Da questo passato, dove già era insita la dottrina del naturalismo affermata da vari autori attraverso il giusnaturalismo, le fonti dello stato e della politica,  perveniamo poi alla dottrina di Hippolyte Taine nel primo ‘800  e al suo naturalismo politico, dottrina non unica, perché già presente nell’antica Grecia, ripresa nel ‘500 ma ovviamente rivista per l’Ottocento e la contemporaneità in Francia. L’ aspetto politico  mai riuscì a decollare in quanto nacque l’industrializzazione e la lotta di classe per l’occupazione, le divergenze di destra e di sinistra. Il mio impegno per quest’ultimo lavoro è stato notevole, ma grande è la soddisfazione, in sintesi, posso dire che  se mi fossi laureato in Medicina avrei costruito una clinica ma sono laureato in Scienze Politiche ed ho, quindi, ricostruito e riproposto l’ultimo movimento partito che solo la storia e la contingenza economica per il progresso ha fermato: il Movimento Naturalista Internazionale. C’e’ una grande impreparazione politica, oggi e si e’ persa l’etica della politica. Riconduciamo la politica nel suo giusto contesto come sentimento, passione e cultura. Nella storia della politica nessuno ha mai fatto un’operazione del genere cioe’ ricostruire e riproporre un movimento politico, tradizionalista e dottrinario, gia’ esistente e avviarlo al voto. Si e’ semplicemente ripreso dalla dottrina e riproposto in nuovi scenari politici. Il Movimento Naturalista Internazionale e’ un movimento di pensiero antico, ho lavorato per ricostruirlo, conservarlo e per restituirlo al pubblico, dal teatro, alla letteratura, all’arte ( scultura e musica), all’ambiente, alla scienza, agli elettori. Il Movimento Naturalista Internazionale e’ di tutti. Tanti e nuovi scenari si apriranno. C’e’ stato un tempo per seminare, c’e’ un tempo piu’ lungo per raccogliere. Oggi e’ venuto il tempo e la storia, rispetteremo le sue ultime modalita’ di conduzione di questo movimento fatte dagli artefici Emile Zola e Hippolyte Taine  con i diritti umani è questo il vero valore aggiunto rispetto al passato, applicandone la sua contemporaneita’. Il passato non si inventa, trae tutto origine da una storia e come tale nella sua stessa visione deve essere ripresa e confermata con la verità. Questo scritto non vuole essere un modello di politica o rappresentare la bravura personale, ma solo quale riconoscimento per la verità su uno dei più antichi movimenti, a partire dall’antica Grecia, nostra culla culturale in tutte le categorie e settori, attraversando la filosofia della natura del ‘500 ecc-, sino ai giorni nostri. Ricostruire un arco di storia dei naturalisti è in realtà una presa di conoscenza per i Parlamenti, quali istituzioni. Di fatto viene innovato e finalizzato come movimento dottrinario in Francia, patria di tutte le ideologie e dottrine partitiche, ma non organizzato come partito per le elezioni, ma solo in difesa dei diritti umani. La storia vuole che si parli sempre più delle azioni ideologiche di politica-sociale di Emile Zola, ma di fatto colui che ha organizzato il movimento in forma dottrinaria, è stato Hippolyte Taine,  erano amici e fondatori, e ancora oggi molti non conoscono il Taine politico. D’altra parte Hippolyte Taine riprese molte delle idee da Aristotele, da Darwin, da Comte aggiungendo le sue considerazioni e idee per fare una nuova dottrina, una nuova politica quella del naturalismo politico, soprattutto riguardo ai diritti umani, in applicazione a quella società, dove lui che aveva altolocate relazioni politiche con personaggi politici della prima repubblica democratica francese. Successivamente egli prese però subito le distanze per avanzare una nuova politica conservatrice e centrista, per una Francia contemporanea, che ancora tutt’oggi primeggia. Con Taine diventa un naturalismo, pur avendo ripreso in parte le teorie da Darwin, e Darwin, al tempo stesso ha rivisto gli studi di biologia di Aristotele, lo stesso Taine pone il naturalismo nella sua dottrina come un movimento conservatore e non come un movimento vicino alla democrazia, forse perché in quell’epoca la democrazia con il primo presidente della prima repubblica dimostrò un’alta percentuale di corruzione, volendo possiamo oggi definire la cosa, un po’ forzatamente andando al di là delle dottrine pur importanti, come un movimento centrista-conservatore ma soprattutto repubblicano. Mentre era diverso per Zola che era vicino, pur essendo conservatore, alle posizioni socialiste e democratiche.  Fu, dunque, da Taine che la Francia per un lungo periodo storico e, sino ad oggi, attraverso politiche conservatrice ha sempre tutelato il dettato costituzionale e la Repubblica ma questo movimento non fu posto mai al voto, e solo oggi da me  ricostruito e riproposto va al voto dopo una lunga vacatio politica. Ma, soprattutto, questo movimento ha un programma fondamentale, questa stagione sarà decisiva e possiamo dire che dal passato la forza della tecnica accumulata, prima lentamente in milioni di anni e poi in modo vertiginosamente rapido nell’ultimo secolo, ma in particolare proprio dall’avvento dell’industrializzazione sta rovesciando a nostro vantaggio rapporti di forza tra umano e naturale che noi credevamo immodificabili e, tutto questo, oggi ci dà una enorme responsabilità, quella di non distruggere il creato, il mondo, la natura. Non solo sotto l’aspetto stesso della natura ma questo movimento vuole salvaguardare anche le repubbliche, le libertà, le società. Quindi non più questa dualità tra potenza e fragilità, non più prevaricazione verso la natura, le specie, il mare  che stanno morendo a causa dell’eccesso della plastica nei mari, ma anche soprattutto per quei diritti umani che si stanno sempre di più ledendo nel tempo e nella continua ascesa di autoritarismi drastici. Questo movimento vuole giustappunto proteggere in particolare questi due aspetti fondamentali della vita sulla terra: specie e diritti umani.

Dott. Gabriele Nappi

Presentazione

Il “naturalismo” alla base dello studio dell’uomo e della politica sociale.

di Vincenzo Meo

“… il romanziere deve ispirarsi alla vita contemporanea, studiando l’uomo quale appare nella società (…) tenendosi vicino anche nel linguaggio e nello stile alla realtà del mondo rappresentato” Honoré de Balzac, precursore del naturalismo francese, nel 1842, già nella prefazione al suo ciclo narrativo “La Comédie humaine”, nello stabilire i canoni delle future tendenze realiste, accennava al Naturalismo quale riflesso in letteratura della generale diffusione del pensiero scientifico, che basava la conoscenza sull’osservazione, sulla sperimentazione e sulla verifica.
Così, con l’affermarsi del pensiero naturalista, di cui il maggior interprete è certamente Emile Zola, gli scrittori, nell’esercizio della propria attività, abbracciavano il metodo sperimentale, ovvero, con una imponente inversione di marcia rispetto alle tecniche del tempo, tentavano di esprimere la realtà nel modo più oggettivo ed impersonale possibile, lasciando alle cose ed ai fatti stessi narrati, il compito di denunciare lo stato della situazione sociale, evidenziando il degrado e le ingiustizie della società.

Tale orientamento prende le mosse dallo studio scientifico della natura, ovvero, come affermava il Zola, “il metodo delle scienze naturali può essere adoperato anche per le indagini sociali”.

Tuttavia, a voler fare un passo indietro nel tempo, in particolare nel periodo rinascimentale, già ci si approcciava ad un nuovo modo di considerare la conoscenza della natura. Ed infatti, a partire dal 1500, cominciava ad emergere in più studiosi una convergenza su temi di filosofia della natura e, l’indagine naturale veniva interpretata come uno strumento indispensabile per la realizzazione dei fini umani nel mondo. Massima espressione filosofica del periodo risultano essere tre studiosi meridionali, Bernardino Telesio, Giordano Bruno e Tommaso Campanella, i quali si avvicinarono ad un nuovo concetto di Universo e di Natura, quest’ultima intesa come principio di vita e di movimento di tutte le cose esistenti, in un disegno preciso ed ordinato, di cui l’uomo è parte integrante. La scelta di Giordano Bruno di studiare la natura rappresenta una reazione rispetto alla cultura accademica incentrata sul sapere filologico e grammaticale. La natura è un organismo animato e unitario, percorso da un fitto sistema di simpatie e somiglianze che legano tra loro le cose e governano i flussi di forze e influenze che s’irradiano dall’una all’altra. Giordano Bruno propose una Terra in contrazione. La formazione delle montagne veniva spiegata come effetto di un sollevamento locale della superficie terrestre, in conseguenza del calore profondo della Terra. L’ipotesi del “sollevamento” persistette sia pure con modifiche ed elaborazioni, fino alla metà dell’ottocento. Lo studio da naturalista di Giordano Bruno è sicuramente stato di grande attenzione e prodromico a queste teorie durate sino al 1933 per circa quattrocento anni.

Ecco che la natura si pone al centro del mondo. La natura come spunto per riflessioni sia filosofiche, che scientifiche, ma anche politiche. Il naturalismo come espressione realistica della quotidianità. Ed è questa la grande intuizione del tempo, sviluppata ed elaborata da Gabriele Nappi nella sua opera: l’Uomo come parte della natura e la natura come mezzo di sopravvivenza dell’uomo. Lo studio dei processi evolutivi naturali quale strumento per migliorare l’esistenza umana. E non solo. Sui processi evolutivi naturali Gabriele Nappi fonda le attività necessarie che l’uomo ad oggi è portato a fare per la tutela e la salvaguardia del Creato, condividendo appieno quanto detto anche dalla Chiesa in ordine alle problematiche ambientali e alle attività da porre in essere in materia di sostenibilità ambientale. Infatti proprio sul tema con il suo movimento ha tenuto una serie di convegni formativi in materia di sostenibilità e vivibilità ambientale.

Va, dunque, un plauso alla capacità d’intuizione di Gabriele Nappi per la predisposizione e ricostruzione del Movimento Naturalista Internazionale, non solo in forma filosofico-politica ma anche all’applicazione della politica nel contesto temporale contemporaneo. Infatti il Movimento Naturalista, ancorchè si fonda sulla politica sociale di Emile Zola e sull’ideologia dottrinaria di Hippolyte Taine, rispetto al nostro tempo è sicuramente contemporaneo, come tratto dagli esimi autori presenti in questo lavoro. Ma soprattutto un movimento che risale al peiodo della Magna Grecia con Aristotele e, successivamente, con Giordano Bruno che ne è stato un attento lettore e osservatore migliorando in tal modo le sue teorie.

Quanti passi in avanti sono stati compiuti dagli studiosi, scienziati ed anche filosofi, nel corso dei secoli al fine di migliorare l’uomo e la sua esistenza, attraverso lo studio e la conservazione delle fattispecie naturali ed, ahimè! quanti altri passi, troppi, sono stati fatti, finendo per oltrepassare il limite del rispetto della natura e quindi della stessa essenza dell’uomo!

NATURA E UOMO, quindi!

Non può sfuggire allora una riflessione sul nostro territorio, LA CAMPANIA FELIX degli antichi romani, oggi purtroppo trasformata nella TERRA DEI FUOCHI. Una terra felice, caratterizzata dalla particolare prosperità dei suoi terreni, paradiso dell’agricoltura, diventata oggi terra dei roghi tossici, dello sversamento selvaggio di rifiuti speciali.

E come scriveva il Taine, l’UOMO è il risultato di tre elementi, “race, milieu, moment“, ovvero  fattore ereditario, ambiente sociale, momento storico, che “lo determinano nei suoi tratti psicologici e ne generano il comportamento”. Lo sguardo quindi, proprio come affermavano i “naturalisti” dell’ottocento, deve rivolgersi all’uomo partendo dalla natura, e con approccio naturalistico (descrizione realistica e denuncia sociale) giungere alla denuncia degli “scempi” a cui oggi purtroppo assistiamo e di cui siamo certamente vittime, ma, al tempo stesso, protagonisti se, ai raggiri ed agli artifizi di pochi, reagiamo con indifferenza e distacco!

Ed allora, un auspicio che il territorio della Campania Antica, che si estendeva proprio dalle pendici del monte Massico fino a lambire a sud i campi flegrei e l’area vesuviana, ritorni ad essere la Campania Felice, terra di prosperità e fertilità, luogo in cui l’uomo può ricominciare a credere ed a sperare, terra in cui esiste e potrà esistere un FUTURO degno dell’uomo e della natura!

L’augurio che tutto ciò possa avvenire anche attraverso quel progetto perseguito da anni e che ormai è diventato realtà, la CITTA’ METROPOLITANA, una sfida, oltre che politica, anche culturale ed economica, di livello nazionale; una sfida di prospettiva, capace di portare la politica e le istituzioni vicino alle reali esigenze delle comunità locali e di rifondare il patto tra cittadini ed istituzioni su nuove basi condivise!

Con la speranza che anni di studio ed impegno intenso possano garantire alle generazioni future di crescere in un contesto ambientale rispettoso dei principi della “sostenibilità” e dei valori della Natura.                 

                                                                                                          Sen. Prof.  Vincenzo Meo

                                                                                                        Docente di Urbanistica presso il

                                                                                                         Dipartimento di Architettura

                                                                                                          dell’Università di Napoli

                                                                                                                   “Federico II”

                                                                                                     Presidente Commissione Ambiente 

del Senato della Repubblica

       Segretario provinciale DC Napoli

Prefazione: Il Giusnaturalismo

Con il termine giusnaturalismo si intende la scuola del diritto naturale, e ci si riferisce all’importanza dello svolgimento e della diffusione del diritto naturale durante l’età moderna del seicento e del settecento. 

La scuola del diritto naturale nacque dall’opera di Grozio, Il diritto della guerra e della pace, ma non ha avuto una precisa data di chiusura anche se è ben nota la corrente di pensiero che ne ha decretato la morte cioè lo storicismo giuridico. Mentre nell’opera di Hegel del 1802 “ delle diverse maniere di trattare scientificamente il diritto naturale” il filosofo rappresenta il dissolvimento definitivo del giusnaturalismo. 
Mentre molto prima nel 1660 Pufendorf pubblicò “ Elementi di giurisprudenza universale in due libri” dove l’autore espone la scienza del diritto come scienza dimostrativa, ed inoltre espone il proprio debito di riconoscenza a Hobbes e Grozio. 

Ciò che tiene uniti i giusnaturalisti è proprio l’idea che sia possibile una scienza della morale, dove per scienza si intende ogni disciplina che abbia applicato il metodo matematico. 
Se a qualcuno spetta il titolo di Galileo delle scienze morali, questo è sicuramente Hobbes, il quale era convinto che il disordine della vita sociale, dalla sedizione al tirannicidio, dipendessero dalle dottrine erronee, di cui erano stati autori gli scrittori di cose politiche antiche e moderni. 

Nel campo delle scienze morali aveva dominato a lungo Aristotele, secondo cui nella conoscenza del giusto e dell’ingiusto non è possibile raggiungere la stessa certezza a cui giunge il ragionamento matematico, e bisogna accontentarsi di una conoscenza probabile. 
Fino a che il giurista è considerato un commentatore di tesi, egli deve imparare le varie regole che devono servire alla comprensione e all’eventuale integrazione del testo nonché alla soluzione delle regole dell’interpretazione. Mentre per il nuovo metodo, il compito del giurista non è più l’interpretazione ma la dimostrazione. 
I giusnaturalisti sostengono cheil compito del giuristaè quello di scoprire le regole universali della condotta attraverso lo studio della natura dell’uomo, come uno scopritore. 

I trattati di filosofia politica prima di Hobbes, posavano su due pilastri: la “Politica” di Aristotele e il diritto romano.  “Politica” : Polis si avvale di una ricostruzione storica delle tappe attraverso cui l’umanità sarebbe passata dalle forme primitive alle forme più evolute fino ad arrivare alla società perfetta, che è lo Stato. Le tappe principali sono la famiglia, e il villaggio. La famiglia che soddisfa i bisogno di tutti i giorni e il villaggio che soddisfa dei bisogni che non sono più giornalieri. 
Hobbes fa tabula rasa di tutte le opinioni precedenti e costruisce la sua teoria su basi solide, sullo studio della natura umana e dei bisogno che questa natura esprime, nonché del modo per soddisfarli.  Per quanto riguarda il problema del fondamento e della natura dello stato si può parlare di modello giusnaturalistico. Nel diritto pubblico o nella dottrina dello Stato le opere giusnaturalistiche sono contraddistinte da un metodo e da un modello teorico. Il modello è costituito sulla base di due elementi: lo stato di natura e lo stato civile. L’uomo non può vivere contemporaneamente nell’uno e nell’altro. La contrapposizione sta nel fatto che gli elementi costitutivi del primo sono individui singoli, isolati, che agiscono non seguendo la ragione ma le passioni o gli istinti. L’elemento costitutivo del secondo è l’unione degli individui isolati e dispersi in una società perpetua ed esclusiva, che agiscono mediante la ragione. Lo stato di natura e lo stato civile sono antitetici e in quanto antitetico lo stato civile è artificiale rispetto allo stato di natura. 
Il modello hobbesiano è dicotomico e chiuso, mentre il modello aristotelico è plurimo e aperto.   Mentre nel primo modello stato di natura e stato civile sono posti l’uno di fronte all’altro in un rapporto antagonistico, nel secondo modello, tra la società originaria e primitiva e la società ultima e perfetta, che è lo Stato vi è un rapporto di continuità, di evoluzione, perché attraverso le tappe si arriva ad uno Stato che è la conclusione di una serie di queste tappe obbligate. 

Il bersaglio polemico di Filmer è la teoria della libertà naturale degli uomini dal quale discende l’affermazione che gli uomini abbiano il diritto di scegliere la forma di governo che preferiscono. Per Filmer l’unica forma di governo legittima è la monarchia, perché il fondamento di ogni potere è il diritto che ha il padre di comandare i figli e il potere si trasmette sempre dall’alto verso il basso.

 
Il contratto come passaggio obbligato

Per il giusnaturalismo moderno il principio di legittimazione della società politica è il consenso. Il tema è stato esposto molto chiaramente da Locke. Nel suo libro “ due trattati sul governo” Locke afferma che l’obbligo del figlio di ubbidire al padre e alla madre deriva dal fatto che da loro è stato generato. L’obbligo dello schiavo di ubbidire al padrone dipende da un delitto commesso, e l’obbligo del suddito di ubbidire al sovrano nasce dal contratto.  Per Locke il contratto funge da strumento necessario allo scopo di permettere l’affermazione di un certo principio di legittimazione. Il contratto è concepito come un anello necessario alla catena di ragionamenti che comincia con l’ipotesi di individui isolati liberi ed eguali. 
Il contratto è un pactum societatis (tra individui) attraverso cui gli individui che vivono nello stato di natura formano una collettività come unità sociale e giuridica. E’ un accordo tra due o più soggetti per produrre effetti giuridici. 
Il contrattualismo, invece, è una corrente filosofica politico-moderna. un complesso di teorie politiche accumunate dall’idea di uno stato di natura inteso come condizione propria dell’umanità alle sue origini, da cui gli uomini sarebbero usciti per via di un contratto, ossia di un accordo tacito o esplicito al quale viene ricondotta l’origine

della società e del potere politico.

Avv. Vincenzo Vitale

                                                                                         Cultore del diritto

                                                                                     Facoltà Giurisprudenza

                                                                                       Università di Napoli

                                                                                              Federico II

Presentazione: Il Giusnaturalismo

In questa opera  l’autore Gabriele Nappi ha illustrato, in modo chiaro e comprensibile, l’evolversi del Giusnaturalismo. Con il termine giusnaturalismo si intende la scuola del diritto naturale e si intende quella corrente di pensiero per la quale: 1)esiste un diritto naturale; 2)questo diritto può essere conosciuto; 3)esso è superiore al diritto positivo.

Con contrattualismo si intende quella dottrina (o quella serie di dottrine) che pongono l’origine dello Stato in una forma di accordo tra individui.

Con stato di natura si intende una forma di vita prepolitica e/o presociale in cui gli individui si troverebbero a vivere senza reciproci rapporti di sovra ordinazione oppure di subordinazione e in cui ciascun individuo è assolutamente libero e indipendente e, soprattutto, portatore di una serie di diritti soggettivi, che gli sono ascritti dalla natura, per il semplice fatto di essere un essere umano, dotato di ragione. Con sovranità si intende il potere organizzato e riconosciuto all’interno di una società; questo potere è unitario, è riconosciuto dai membri della comunità stessa, ad esso costoro obbediscono, verso tale potere si sentono politicamente obbligati, è il massimo potere della società cui si riferisce e non deriva da un potere superiore. L’esistenza e la validità della legge di natura sono dedotte non da un preteso ordine universale o da Dio, ma dalla ragione umana. Il Giusnaturalismo rivendica in campo politico l’autonomia della ragione. Il diritto naturale è trascritto in termini di diritti soggettivi, innati, imprescrittibili e inalienabili, di cui ognuno è titolare. Il Giusnaturalismo è considerato la culla del liberalismo.

È sostenuta l’ipotesi di uno stato di natura, in cui l’uomo già godeva dei diritti naturali, anteriore allo stato civile. Il passaggio dall’uno all’altro è avvenuto grazie alla stipulazione di un “patto” originario. Tale contratto ha dato origine alla società e allo Stato e con essi ha creato una situazione di maggior sicurezza, garantita da norme, la cui prima finalità è costituita proprio dalla salvaguardia di diritti naturali di ognuno.

Consiglio la lettura di questo volume a tutti,  in particolare ai giovani e agli studenti, confidando che sia un ottimo strumento per comprendere come siamo arrivati all’oggi, attraverso un’analisi attenta del pregresso e diventi una base ideologica e pratica per affrontare in modo adeguato il domani in modo consapevole.

Avv. Gennaro Torrese

Presidente del

Consiglio dell’Ordine degli

Avvocati di Torre Annunziata