Alla fine dell’800 il naturalismo propose formule narrative basate sul racconto e sulla rappresentazione della realtà: “i fatti” (Les Faits), che ne fecero modelli nuovi e di successo. La stampa, generalmente in Italia e Francia, acquisisce maggiore autonomia grazie alla liberalizzazione dalla censura, iniziando dai grandi reportage e dalle inchieste giornalistiche. I giornalisti diventano romanzieri, dando al lettore per la prima volta la possibilità di seguire la realtà e le vicende quotidiane della popolazione come episodi (feuilletons) di una serie televisiva. Le questioni politiche, giuridiche e sociali sono talvolta alimentate dall’importanza della stampa investigativa e di denuncia in piena espansione nella terza repubblica francese ma anche da scritti sulla crisi economica e sociale o addirittura sui fallimenti coloniali.
Nei romanzi “Il Ventre di Napoli” e “Il Ventre di Parigi”, di Matilde Serao ed Émile Zola, entrambi scrittori naturalisti e giornalisti investigativi, che attraverso i loro articoli di “suspense” e “des Faits” (fatti e memorie di carattere giuridico) e le loro numerose opere hanno rappresentato la realtà della società dei due paesi in modo simultaneo e connesso; ma ancor più rappresentative di questa realtà sono le “testimonianze di un rapporto franco-napoletano” così come ci vengono presentate dal nostro autore Gabriele Nappi dopo una ricerca molto approfondita di documenti storici con questo suo ultimo lavoro.
Una testimonianza forte con l’intento di raccontare e non narrare “une tranche de vie” uno spaccato di vita di fatti realmente accaduti, come ad esempio quella del soldato Alfred Dreyfus condannato ad alto tradimento (l’Affare Dreyfus del 1894) e difeso da uno scrittore combattivo come Zola con il famoso J’accuse o anche quello di semplici persone appartenenti ad una società ordinaria. Il piccolo popolo napoletano, le persone comuni, insignificanti per il loro governo improvvisamente diventano attori principali da proteggere e difendere politicamente e legalmente dalla giornalista Matilda Serao.
Nella narrazione naturalistica vengono proposte soluzioni e/o compromessi, presentando al lettore situazioni umane e i loro problemi (sociali, politici o giuridici) di particolare interesse per chi sapeva leggere mentre per gli analfabeti esistevano i caffè e i mercati, dove il cd. passaggio “de bouches aux oreilles” fungeva da diffusione allargata come una specie di internet.
Letteratura Giornalismo Teatro Politica Sociale, il naturalismo è molto attratto dal romanzo ma anche dall’azione e dai ritmi teatrali e Zola vuole che i suoi personaggi prendano forma sulla scena con libertà di movimento e creatività. In Italia il grande Eduardo De Filippo aveva le stesse idee.
Paradossalmente, Zola dopo aver scritto tanto come giornalista, non dedica nemmeno un romanzo alla stampa ma ha dato più importanza alla scrittura e al nuovo stile di interpretazione teatrale. Il lettore è entusiasta, sa sempre chi è l’assassino e anche lui si sente giornalista o assistente dei nostri due giornalisti.
Matilde Serao, testimone della società del suo tempo, si recò a Parigi da Zola proprio perché egli si era avvicinato alla corrente naturalista visto che questo tema stava riscuotendo un grosso successo in Europa. Cominciò un rapporto epistolare e si interessò sempre di più agli scritti di Zola ma anche al suo teatro inserendosi, nel bellissimo mondo del teatro e dei salotti parigini; lavorando talvolta fianco a fianco, anche se a chilometri di distanza, con articoli di cronaca sulla quotidianità della vita del popolo parigino e napoletano.
L’analisi della produzione giornalistica di Serao e Zola evidenzia la presenza di temi e motivi poi ripresi e sviluppati nel romanzo come ci racconta Gabriele Nappi. Prendono forma i quattro grandi romanzi di Émile Zola che riguardano la condizione del proletariato: L’ASSOMMOIR, GERMINAL, LA CUREE, NANA.
Nel novembre del 1894 lo scrittore venne a Napoli per incontrare Matilde Serao, la quale aveva dichiarato di aver scritto “Il ventre di Napoli” ispirandosi alle sue opere. La testimonianza di un rapporto franco-napoletano è la pubblicazione di due articoli di Matilde Serao sul Mattino di Napoli, uno del 13 giugno 1899 e l’altro del 1° ottobre 1902. E come Gabriele Nappi riporta nel suo libro, Matilde Serao intervistò Zola il 14 giugno 1899, pochi giorni dopo il suo ritorno dall’esilio a Londra, quindi in un momento molto significativo della sua vita.
Il secondo articolo fu scritto dalla Serao e apparve sul “Mattino” il 1° ottobre 1902, in occasione della morte del romanziere. “Matilde Serao esordisce ricordando Zola soprattutto come un’instancabile narratore e agitatore di nuove idee artistiche e letterarie che, con rigorosa disciplina di lavoro, fornì con tutti i suoi scritti un immenso corpus di opere». Dopo aver svolto la sua attenta ricerca storica, Gabriele Nappi afferma che questi due geni del naturalismo, Matilde Serao ed Emile Zola, apportarono un enorme sostegno alla vera passione e alla verità letteraria del naturalismo, due partner ma quasi due grandi avvocati civilisti del loro tempo.
Questa opera è una vera testimonianza di un legame franco-napoletano fatto di scrittura innovativa, ma soprattutto di un forte rapporto e di un interesse per “les petites gens” che non contano nulla ma che sono tuttavia molto importanti in un mondo forse troppo banale fatto di galateo e di potere dell’alta società “un Beau Monde irréel” come lo definì Matilde Serao.
Matilde Serao fu in corsa anche per il Premio Nobel per la letteratura, di cui però fu poi insignita Grazia Deledda. Anche il tedesco Gerhart Hauptmann, altro naturalista, fu insignito del premio Nobel sempre per la letteratura naturalista.