Per queste elezioni regionali 2020 in Campania si notano “dei flussi migratori” diciamo non ancora autorizzati. Ma questi flussi migratori possono essere autorizzati? Mi riferisco a candidati che sono delle province confinanti a Napoli, in particolare Avellino e Salerno e Caserta, che voglio no proporre candidati nella provincia di Napoli. Mi riferisco alle aree scafatesi, area di Maddaloni, del baianese. La legge elettorale regionale fatta da Bassolino ha già individuato i candidati per le varie aree in base alla popolazione residente. Ovvio che Napoli conta circa 20 candidati e, dunque, coloro che non riescono nelle altre piccole province ad avere la candidatura vorrebbero approfittare delle candidature nelle liste napoletane, magari utilizzando il famoso tandem sui santini e sui manifesti. Questo ovviamente vale sia per gli uomini che per le donne. Vi sembra giusto? Se Napoli e provincia contano circa 2 milioni di abitanti mentre Benevento 800 mila in proporzione è stato stabilito che Napoli deve avere circa 20 consiglieri regionali mentre Avellino e Benevento rispettivamente 2 e 4-. I napoletani forse fungono da cuscinetto per le piccole province? Può uno “straniero” venire a gestire i napoletani? Valutate voi. Intanto le piccole province si creano la loro roccaforte dove nessuno può entrare mentre Napoli e napoletani sono invece il cuscinetto delle piccole province? A voi la valutazione.