L’Italia musicale

L’Italia Musicale Fra Il xix e xx Secolo Romanticismo e Verismo italiano Il Contesto Storico e Sociale Il XIX sec. epoca in cui si afferma il Romanticismo, corrisponde ad un periodo storico di notevole importanza per l’Italia in quanto è contemporaneo al Risorgimento durante il quale, il nostro Paese raggiunge l’unità e l’indipendenza dallo straniero. Convinto assertore della libertà G. Verdi esprime, attraverso le sue opere, il suo amore per la Patria soprattutto con il “Nabucco” e “I lombardi alla prima crociata” (pertanto li, si vede il suo Romanticismo anche se così, viene espressa la parte più negativa in quanto la guerra, come dice Johon Lennon , porta solo alla distruzione) Pertanto il Romanticismo in Italia assume caratteri diversi da quello germanico, il quale s’ispira più che altro ad elementi fiabeschi, mitologici e fantastici, dando al tutto, un aspetto quanto mai suggestivo; quello italiano invece, tipicamente mediterraneo, riflette momenti della vita quotidiana e gli stati emotivi sentimentali di tutti i giorni. Il Romanticismo proiettato verso la parte sociale, esprime il “patriottismo” e l’amore per l’indipendenza, (lo possiamo rilevare nelle opere verdiane ), quello rivolto verso l’individuale, esprime la parte sentimentale della gente comune ( soprattutto nelle opere di Rossini e di Donizzetti ). Tra la fine dell’ottocento e gli inizi del secolo successivo (XX), l’Italia deve affrontare la nuova realtà dell’unione della penisola; tale situazione comporterà a tutta la Nazione appena nata, grandi difficoltà a seguito delle nuove esigenze intervenute, come ad esempio quella di voler uniformare anche a livello culturale, il modo di vivere del Sud ai criteri del Nord (molto democratico…). Infatti vengono imposti il servizio di leva ai giovani per sette anni (quando prima, nel meridione era facoltativo), la tassa sul macinato ecc. Influenzata da questa situazione di miseria, si diffonde una corrente letteraria ispiratasi al Naturalismo francese ovvero: “Il Verismo” che coinvolgerà anche la musica. Il Verismo, a differenza del Romanticismo, fu essenzialmente realista. Il più grande rappresentante verista della letteratura verista fu G. Verga di cui una novella, “La Cavalleria Rusticana” servì come libretto per l’omonima opera di P. Mascagni il quale, con R. Leoncavallo, e G. Puccini, costituisce i tre grandi nomi dei musicisti legati a questo movimento. Il Verismo, pur avendo una sua precisa fisionomia, trae la sua ispirazione dal naturalismo francese con la differenza che mentre quest’ultimo si muove sovente fra gli emarginati dei bassifondi parigini, il Verismo si snoda soprattutto nel contesto sociale di miseria e povertà dell’Italia meridionale ma con personaggi assolutamente “per bene”. Panorama Musicale Italiano Una delle glorie musicali italiane fu quella di aver dato origine al melodramma e di averlo diffuso nel mondo; tanti autori stranieri imitarono lo stile italiano tanto che divenne consuetudine scrivere su testo italiano, come pure, scrivere in italiano, i “segni di espressione” (un po’ come si fa oggi con il computer che si scrive tutto in inglese). Per questo motivo, l’Italia è chiamata “Il Paese del bel canto” infatti, da noi si sviluppò molto la monodia formata da una sola linea monodica, mentre in Germania si diffuse la musica strumentale. Bisogna tuttavia dire che in altri Paesi, dove era meno sentita la passione per il canto monodico ( “Il bel canto”), era più sentita invece quella per la musica corale (quasi tutto il Nord Europa) la cui cosa ovviamente, richiedeva la partecipazione di tante persone anche se a livello amatoriale, per la formazione dei cori; di conseguenza in questi Paesi, ancora oggi, hanno un entroterra di cultura musicale decisamente più corposo che non da noi in Italia. Da quelle parti la gente, anche se non musicista di professione, musicalmente è assai più acculturata degli italiani. Personaggi Giuseppe Verdi (Roncole Verdi 10 ottobre 1813 – Milano 27 gennaio 1901) Di umili origini, dopo essere stato organista nel suo paese, Roncole di Busseto, si presenta al Conservatorio di Milano dove purtroppo non viene ammesso, ma non si scoraggia e, aiutato da Barezzi, suo futuro suocero, termina gli studi musicali. Seguono alcuni anni bui, in cui gli muore la moglie, due figli e gli viene fischiata un’opera gioiosa “Un giorno di regno”. Dopo un certo periodo, si riprende e compone “Il Nabucco” stimolato da una frase del libretto dell’opera, in cui era scritto: “Và Pensiero”.. ecc e da quel momento, le sue opere furono un successo dopo l’altro. Trovò anche la sua serenità affettiva unendosi con la cantante Giuseppina Strepponi. Alla fine della sua carriera musicale, quando ormai era famoso e le sue Opere erano state tutte un successo dopo l’altro, volle prendersi la sua rivincita con l’Opera buffa in cui aveva fallito nella sua giovinezza con: “ Un giorno di Regno” scrivendo un’altra Opera buffa: “Falstaff” e naturalmente anche quello fu un grande successo Libiamo Ne’ Lieti Calici – La Traviata LA Traviata – Libiamo Ne’ Lieti Calici (Brindisi) Pavarotti- La Traviata- Brindisi Questo famosissimo brano, tratto dalla Traviata, esce leggermente da quelli che sono i parametri stilistici tipici di Verdi. Infatti in esso non troviamo sentimenti patriottici, ma un quadro realistico della società e delle convenzioni dell’epoca, per cui tale opera la si può considerare un’anticipazione del verismo Fatti Curiosi Fra un atto e l’altro di una “Prima” alla Scala di Milano, Verdi fu invitato da un gruppo di graduati dell’Esercito Austriaco a bere del Vermout; durante la degustazione, Verdi disse: “buono”. Allora un ufficiale austriaco un poco arrogante rispose: “Ne berremo del migliore quando saremo a Torino” (si era alla vigilia della guerra fra Piemonte e Austria) al che Verdi, con molta naturalezza disse:” Non credo sia possibile, Carlo Alberto non è così ricco da offrire vermout ai suoi prigionieri” Personaggio Vincenzo Bellini (Catania 3 novembre 1801 – Puteaux 23 settembre 1835) Discendente di una famiglia di musicisti, si fa apprezzare con alcune composizioni sacre e completa gli studi a Napoli presso il Conservatorio S. Sebastiano, grazie ad un sussidio di alcuni suoi ammiratori. Quindi ottiene una scrittura al “S. Carlo” di Napoli ed in seguito, si trasferisce a Milano ove è scritturato alla “Scala “ .Le sue opere spiccano per la semplicità e la freschezza delle melodie. Pizzetti, musicista moderno, afferma che Bellini è il più grande e puro lirico di tutti i tempi. La famosa canzone “Mi votu e mi rivotu” è attribuita a lui. Dopo una serie di viaggi a Londra e a Vienna, si stabilisce definitivamente a Parigi dove morirà in circostanze che ancora oggi non sono del tutto chiarite. Fra gli altri suoi lavori, ricordiamo: “La Norma” ( La vicenda è ambientata in Gallia durante la conquista romana), “La Sonnambula”, “I Puritani”, “I Capuleti” e i “Montecchi” ( ispirata a Giulietta e Romeo ) Suoni La Tromba e Intrepido Suoni La Tromba e Intrepido – I Puritani Di Vincenzo Bellini S. Ramey D. Hvorosrovsky Suoni La Tromba Questa famosa “Aria” di Bellini è tratta dall’Opera “La Norma” la cui vicenda è ambientata nella Gallia, occupata dai romani. Notiamo in tale brano, lo spirito battagliero e fiero che ben rappresenta il momento bellicoso di quel periodo. Bellini, con un’ esigua strumentazione, a differenza di altri musicisti sapeva esprimere la parte emotiva del momento, attraverso uno sconfinato lirismo. Personaggi Gioacchino Rossini (Pesaro 29 febbraio 1792 – Parigi 13 novembre 1868) Studiò nel Liceo Musicale di Bologna; basò i suoi studi sulle sinfonie di Hydn e Mozart ma in seguito il suo carattere irruente ed originale trovò il suo spazio nell’Opera Buffa di cui viene considerato il massimo rappresentante. Famosissimi sono i “crescendo rossiniani” delle sue ouverture ricchi di impeto travolgente. Dopo il Guglielmo Tell lascia il Teatro; probabilmente perché stufo delle continue esigenze e capricci delle cantanti, dedicandosi alla Musica Sacra. Tra queste ricordiamo “Stabat Mater”, “Messa Solenne”. Muore a Parigi carico di onori e di ricchezza. Il suo carattere, tipicamente italiano, era gaudente e amante della buona tavola; pare che fosse anche un valente cuoco e anche una buona forchetta pertanto veniva considerato il prototipo del carattere latino Gioacchino Rossini – Guglielmo Tell Ouverture Gioachino Rossini – Guglielmo Tell Aneddoti e Fatti Curiosi Si racconta di lui che un giorno, quando era ancora agli inizi, volle rendere omaggio a Beethoven il quale, piacevolmente stupito dal “Barbiere di Siviglia” (Uno dei suoi capolavori) lo esortò dicendo in un cattivissimo italiano: “Scrivete sempre Parbiere”… nel senso di continuare il filone del genere buffo in cui era particolarmente portato. Il giovane Rossini però, non fu molto entusiasta di questa esortazione ma evidentemente ci ripensò e per finire, ascoltò il consiglio di Beethoven che in questo modo, contribuì notevolmente alla sua fortuna Produzione Artistica Anche se il nome di Rossini è legato al genere buffo, egli non fu da meno nel genere serio con “Il Guglielmo Tell” e “Il Mosè” e nella musica sacra, dove lasciò grandi capolavori, come pure nella musica da camera. Fra le opere buffe ricordiamo “Il barbiere di Siviglia” (La più famosa ), “Il Turco in Italia”, ”Un’italiana in Algeri” “Una cambiale di matrimonio”
Personaggi Gaetano Donizzetti (Bergamo 29 novembre 1797 – Bergamo 8 aprile 1848) Era figlio di genitori poverissimi. Il suo insegnante di musica fu un austriaco, Mayer, il quale lo farà iscrivere al Liceo musicale di Bologna da padre Stanislao, che fu insegnante anche di Rossini. Con l’opera Anna Bolena, si afferma e ottiene la fama. In seguito viene chiamato a Napoli come insegnante di composizione e direttore dei regi teatri. In questo periodo, colpito dalla ridente città partenopea, compone diverse canzoni napoletane tra le quali “Io te voglio bene assaie” e “Me voglio fa nà casa in miezzo a u mare”. Al suo maestro austriaco invece, viene attribuita la canzone veneta La “biondina in gondoetta”. Malgrado il suo successo, non fu felice e dopo la morte del padre e della madre, avverte i primi sintomi di quella malattia che gli sarà fatale. Dopo una serie di viaggi a Parigi, Roma, Milano e Vienna, lo ritroviamo a Parigi, dove lo coglie la paralisi ed è ricoverato in una casa di cura per malattie mentali; da lì sarà portato a Bergamo dove muore nel 1848. Verranno A Te Sull’aure – Maria Callas Verranno a Te Sull’Aura – Sutherland And Pavarotti Lucia Di Lammermoor Lucia Di Lammermoor É un’opera seria di carattere drammatico. Venne rappresentata a Napoli dopo pochi giorni la morte di Vincenzo Bellini; il successo fu tale che ancora oggi quest’opera è considerata un “gioiello” del repertorio della musica da teatro italiano. L’opera si ispira ad un romanzo dell’inglese Walter Scott, “La sposa di Lammermoor” in cui è raccontata la sfortunata storia d’amore fra Lucia ed Edgardo, due nobili scozzesi. La relazione è ostacolata dal fratello di lei, contrario al matrimonio. La vicenda riflette il romanticismo sentimentale, tipico della letteratura inglese, a differenza di quello patriottico che esalta la libertà e l’indipendenza dei popoli e quindi, di carattere sociale. Il motivo musicale qui sopra esposto, rappresenta il momento in cui Lucia ed Edgardo, incontrandosi segretamente, si promettono amore eterno. Produzione Artistica Il suo repertorio comprende opere serie e buffe. Tra quelle serie ricordiamo Lucia di “Lammermoor”, “Lucrezia Borgia”, “Maria Stuarda”. Tra quelle buffe “L’Elisir d’Amore”. Fra i lavori giovanili, troviamo oratori, cantate e sinfonie Tentativi Di Riforma Nel Teatro Italiano In seguito alla rappresentazione dell’Opera di Wagner “Il Loengrin”, alcuni giovani musicisti italiani ne rimasero talmente impressionati, che tentarono di riformare il Teatro italiano, sul modello di quello wagneriano. Il tentativo non ebbe seguito e perciò fallì, anche perché quello che si voleva introdurre in Italia, non era consono alla sensibilità degli italiani, anche se destava grande ammirazione in tutta la penisola. A questo tentativo di Riforma comunque, troviamo legati nomi che vale la pena di ricordare in quanto essi, erano comunque grandi musicisti, anche se magari un po’ fuori dalla realtà, che sognavano di trasformare un popolo di “Latini” in un popolo di “Ariani” Personaggi Legati Al Tentativo Di Riforma Amilcare Ponchielli (Paderno Fasolaro 31 agosto 1834 – Milano 16 gennaio 1886) Insegnante di composizione presso il Conservatorio di Milano; di lui ricordiamo “La Gioconda” (famosissima la Danza delle ore ) Ponchielli – La Gioconda – Danza Delle Ore Fantasia 1940 – Dance Of The Hours La Danza Delle Ore Arrigo Boito (Padova 24 febbraio 1842 – Milano 10 giugno 1918) Studiò al Conservatorio di Milano, fu anche letterato e librettista per sé e per altri, nonché traduttore. Apparteneva alla corrente intellettuale detta degli “scapigliati” che in Italia aveva il suo epicentro a Milano; anche i personaggi della Bohème di Puccini appartengono a questa corrente, ma dell’ambiente parigino. Alfredo Catalani (Lucca 19 giugno 1854 – Milano 7 agosto 1893) Fu insegnante al Conservatorio di Milano da lui frequentato precedentemente come allievo. Di Catalani ricordiamo “Welley e Loreley”. Le sua melodie sono dolcissime e sentimentali; risentono solo in parte degli ideali Wagneriani. In questo famosissimo brano, tratto dalla Gioconda di A. Ponchielli possiamo davvero raffigurarci nella nostra mente tanti orologi che, impazziti, si mettono a ballare in una grottesca manifestazione al di là dalla realtà. Le note sembrano scandire il ticchettio sempre più frenetico di questi orologi. Il Verismo La Giovane Scuola Italiana Dal 1890 al 1915, i musicisti italiani sono indicati come appartenenti alla “Giovane scuola italiana”, un titolo che non si riferisce ad un sodalizio artistico o ideologico, ma al fatto che molti di loro prediligevano vicende di cronaca un po’ crude e truculente; temi cari ai naturalisti francesi, perciò la loro produzione teatrale venne chiamata “Opera Verista” che risente del clima del tardo romanticismo. I maggiori rappresentanti sono G. Puccini, R. Leoncavallo e P. Mascagni Personaggi Giacomo Puccini (Lucca, 22 dicembre 1858 – Bruxelles, 29 novembre 1924) Completò gli studi a Milano e raggiunse la fama con “La Bohème” nella quale il clima verista traspare nell’ambiente dei suoi personaggi, con tante illusioni e tanti ideali. La vicenda si conclude quando muore Mimì, un’amica del gruppo della quale molti della compagnia erano innamorati. Ricordiamo ancora “Tosca”, “Butterfly”, “La fanciulla del West”, “Turandot”, che, incompleta a causa della sua morte, fu ultimata da Franco Alfano (Napoli 8 Marzo 1876-Sanremo 26 Ottobre 1954), suo allievo. La Fanciulla Del West Luciano Pavarotti – Ch’Ella Mi Creda Placido Domingo – Ch’Ella Mi Creda Ch`Ella Mi Creda – Mario del Monaco Ruggero Leoncavallo (Napoli 23 aprile 1857 – Montecatini Terme 9 agosto 1919) Condusse una vita errabonda e movimentata; raggiunse la sua fama con i “Pagliacci” in cui volle riportare un fatto di cronaca realmente accaduto. Anche lui scrisse la sua “Bohème” ( rappresentata dopo quella di Puccini ) e “Zazà”. Di Leoncavallo è famosissima la “Mattinata”, cavallo di battaglia di molti tenori per la sua dolcezza e la sua sonorità Pietro Mascagni (Livorno 7 dicembre 1863 – Roma 2 agosto 1945) Studiò a Milano e raggiunse la fama con “La Cavalleria Rusticana” la cui trama è ispirata all’omonima novella del Verga; in essa la musica esprime le violente passioni dei personaggi trasfigurandole con la melodia. Con questa opera Mascagni vinse il concorso Sonzogno; altre sue opere sono: “L’Amico Friz”, “La Mascherata”, “Parissina” di cui fu librettista G. d’Annunzio Fior Di Giaggiolo – Cavalleria Rusticana Simona Mango – Fior Di Giaggiolo Cavalleria Fior Di Giaggiolo Stephanie Holm Questo brano rappresenta la parte più romantica e spensierata dell’intera opera la quale è di carattere altamente tragico; rispecchia la corrente del “Verismo” in cui anche fatti poco edificanti, sono elevati ad arte Altri Musicisti Del Verismo Francesco Cilea (Palmi 23 luglio 1866 – Varazze 20 novembre 1950) Studiò al Conservatorio di Napoli del quale in seguito, divenne il direttore. La sua musica si esprime con una vena tenue e delicata; di lui ricordiamo “Arlesiana” e “Andrea Lecouvreur” Umberto Menotti Maria Giordano (Foggia 28 agosto 1867 – Milano 12 novembre 1948) Studiò al Conservatorio di Napoli. Raggiunse il successo con Andrea Chènier. 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